venerdì 26 febbraio 2016

Presentazione del libro a Pavia

Erano quasi le 22 ieri sera, ed ancora ero impegnato per il giro serale con i pazienti.
Sapevo che dopo pochi minuti sarei stato atteso a Pavia per la presentazione di “Polvere Rossa”.
Mi sono ricordato del 2013, quando sono stato nuovamente a Pavia per la presentazione del mio primo libro (AD UN PASSO DAL CUORE): era stata una sfacchinata incredibile da Torino...lungo viaggio in autostrada e poi un percorso che mi era parso eterno su una statale a me sconoscita e per di più di notte.
Ieri sera invece è stato tutto molto più semplice: non ho avuto bisogno dell’aereo per arrivare a Pavia; alle 22.40 di Chaaria, corrispondenti alle 20.40 italiane, è infatti arrivata la chiamata skype del Prof Luca Capone, volontario di Chaaria ed organizzatore della serata.
Senza sforzo, e con un viaggio telematico alla velocità della luce mi sono trovato a Pavia.
All’inizio la connessione ci ha dato qualche dispiacere: dapprima ci sentivamo solo a scatti; poi era possibile parlare solo in audio; qualche volta cadeva la linea, ed io cominciavo a scoraggiarmi...ma dopo circa 15 minuti la situazione del collegamento è radicalmente migliorata.
Siamo riusciti ad attivare anche il video ed io ho potuto vedere la sala parrocchiale colma di gente, adulti per lo più, ma pure un buon numero di giovani ed adolescenti. 
La mia immagine veniva proiettata su un maxischermo, e tutto questo ha creato un ottimo ambiente per la presentazione: senza difficoltà ho potuto ascoltare chiaramente la bella introduzione di Luca, che ha anche ricordato la sua esperienza a Chaaria nel 2005.



Mi è poi stata data la parola e con passione ho fatto una carrellata su Chaaria dai giorni epici e pionieristici degli inizi dell’ospedale, fino agli ultimi sviluppi di questi ultimi tempi, come la chirurgia intestinale ed ortopedica. Ampio spazio abbiamo dato anche ai nostri “buoni figli” ed agli orfanelli che vivono con noi a Chaaria.
Luca è stato bravissimo a citare parti selezionate di Polvere Rossa, creando interesse nei partecipanti, e facendomene poi parlare a mia volta.
Interessantissima è stata la seconda parte della serata dedicata alle domande: abbiamo spaziato dalla condizione della donna nella nostra zona, ai problemi di salute dei bambini, fino a toccare argomenti grossi come quello della sicurezza e del rapporto tra le varie denominazioni cristiane ed i musulmani presenti a Chaaria.
Senza quasi accorgercene abbiamo condiviso con passione per un’ora e quaranta minuti. E’ stato a questo punto che Luca ha deciso di lasciarmi libero di andare a dormire (per me era passata la mezzanotte, mentre a Pavia erano rintoccate le 22).
I partecipanti si sono ancora intrattenuti in sala anche in mia assenza per la visione del bellissimo video realizzato da Nadia Monari per l’uscita di Polvere Rossa.
Prima di chiudere il collegamento skype, ho ringraziato di cuore tutti i partecipanti, citando in particolare Luca che ha voluto ed organizzato la serata, il signor parroco che ha inserito la presentazione di Polvere Rossa nelle attività parrocchiali, tutti i cittadini pavesi che hanno partecipato alla serata, e poi Cristina e Claudia delle Edizioni Paoline.
E’ stata la mia prima presentazione di Polvere Rossa con video-conferenza skype da Chaaria, ed è stata un’esperienza molto positiva che spero di poter ripetere ancora in altri posti,  laddove potrò contare su degli amici che mi aiutano per l’organizzazione di tutto l’apparato tecnologico necessario.
Il mondo è diventato proprio piccolo! Ieri sera sono stato davvero a Pavia, dove ho parlato con tanti amici ed insieme siamo stati bene ed in comunione.
Poi, pochi attimi dopo averli salutati, già dormivo nel mio letto qui a Chaaria
Grazie di cuore, amici di Pavia!


Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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