lunedì 30 maggio 2016

Bentornata in Italia, Simona!

Buonasera fratel Beppe!
Con piacere, e senza BBC, ti informo che sono tornata a casa sana e salva!
Vorrei ringraziarti per avermi concesso di vivere questa esperienza... ma insieme a te vorrei riuscire a ringraziare tutto il personale dell'ospedale che mi ha fatto sentire veramente parte di una grande équipe. 
Sempre disponibili per spiegarmi cosa fare e come farlo, mantenendo il sorriso.
Mai nessuno mi ha fatto sentire inadeguata o di troppo. Ricorderò la lezione per saper accogliere al meglio le mie future colleghe.
Non voglio rubare tempo prezioso a te che sei così impegnato. 
Spero che i tuoi incontri siano fruttuosi.
Un caro saluto anche a fratel Giancarlo!
Grazie e buon lavoro... di cuore!!
ASANTE SANA!

Simona


PS: Simona è un'ostetrica che ha fatto un'esperienza stupenda e davvero positiva per Chaaria. La ringraziamo di cuore e speriamo di rivederla presto in Kenya. Le auguriamo ogni bene per la sua vita futura e per il suo lavoro. Le chiediamo di essere anche ambasciatrice di Chaaria in terra toscana, dove i volontari sono ancora relativamente pochi.


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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