Eccomi ancora a Chaaria per l’ennesima volta. Il viaggio è
stato come sempre stancante e lungo ma
stavolta a renderlo ancora più faticoso si
è aggiunta la situazione dell’ultimo
tratto di strada per raggiungere Chaaria,
completamente distrutto e pieno di enormi voragini dovute al prolungarsi
delle piogge incessanti che vi sono in
questo periodo.
La bravura del nostro driver, Joseph, ci ha comunque condotto
agevolmente ed in sicurezza a
destinazione.
Oramai, dopo esservi stato numerose volte, mi posso anche considerare un veterano ma, nonostante
ciò, ogni volta Chaaria riesce ancora a stupirmi e confondermi lasciandomi, al
rientro in Italia, un senso perdurante di malinconia ed un forte
desiderio di tornare presto lì a
svolgere il mio servizio verso tutte le povere
persone che vi si rivolgono,
collaborando con Fr. Beppe, Fr. Giancarlo e tutto lo staff della missione.
Sono arrivato nel primo pomeriggio di venerdì 30 aprile ed oggi, dopo solamente due giorni, mi sembra
già di essere qui da tanto tempo, ed
anzi mi sembra di non essermi mai allontanato da Chaaria che avevo lasciato lo
scorso febbraio.
Ho ancora viva l’emozione
dell’esperienza vissuta all’inizio del 2016. Al mio arrivo, martedì 26
gennaio, Fr. Beppe mi comunicò subito che, oltre a tutti i pazienti già ricoverati o
programmati per interventi di natura ortopedico-traumatologica, chirurgia della
mano e chirurgia plastica, avremmo
ricevuto un numero considerevole di pazienti traumatizzati provenienti dall'Ospedale
di Meru dove, in quel momento, non venivano eseguiti interventi chirurgici
traumatologici a causa della assenza di specialisti ortopedici disponibili e per
il fatto che questi poveri pazienti non fossero
in grado di pagare i necessari mezzi di sintesi molto costosi.
Pertanto, all'improvviso, ci trovammo con l'ospedale
strapieno di pazienti traumatizzati (circa 35), che vennero sistemati in tutti gli ambienti possibili anche addirittura in una grande stanza con tanti
materassi sul pavimento.
Si trattava di pazienti che presentavano lesioni ossee complesse sia dal punto di
vista del tipo di lesione pluri frammentaria scomposta ma anche perchè la gran
parte di essi aveva subito il trauma sulla strada da circa 1 mese fino anche a 3 mesi ed in un
caso addirittura dal mese di agosto 2015.
A quel punto con Fr. Beppe decidemmo di preparare un piano di
lavoro programmando quotidianamente un
certo numero di questi interventi che presentavano la grande difficoltà di essere fratture
inveterate, con presenza di deformità in accorciamento e deviazione degli assi
a causa della iniziale formazione del callo osseo e della contrattura
muscolare.
Giorno dopo giorno
Fratel Beppe, che oramai sta diventando
sempre più un buon traumatologo,
con me che fungevo da assistente, utilizzando tecniche chirurgiche e
strumentari attuali (Fissatori Esterni, Chiodi endomidollari bloccati, ecc.), nell'arco di 15 giorni riuscimmo ad operare tutti
i pazienti che avevamo in lista d’attesa.
A ripagarci della grande fatica fu il vedere la felicità e gli sguardi di gratitudine che ci
riservavano i poveri pazienti quando arrivava il loro turno per l’intervento
che attendevano da giorni con una immensa
pazienza.
Chaaria è una
meravigliosa realtà in continua evoluzione e crescita che riesce
a dare una sempre più eccellente ed incondizionata risposta ed assistenza
a tutte le persone del circondario ed anche oltre che si rivolgono alla missione.
Tutto ciò è
possibile grazie al forte impegno di
fratel Giancarlo, efficientissimo e sempre presente nel gestire gli aspetti
amministrativi e risolvere i problemi tecnici della missione e di Fratel Beppe
che è sempre in prima linea dedicando tutto se stesso, 24 ore al giorno, tutti
i giorni, a dare una risposta sanitaria a tutti quelli che si rivolgono
quotidianamente alla missione, bisognosi di cure mediche che non trovano da
altre parti a causa della loro indigenza economica ed estrema povertà.
Ecco perché Chaaria mi piace, mi coinvolge e mi emoziona.
Tutto è magico e straordinariamente
rivolto ai poveri, ai bisognosi e
diseredati ai quali i diritti più
elementari vengono negati e che, solamente a Chaaria trovano delle risposte che
seguono in pieno quello che è lo spirito di San Giuseppe Cottolengo che ispira
l’azione di fratel Beppe e fratel Giancarlo che con grande abnegazione si
dedicano a questa grande opera.
La missione è in continua crescita ed ha bisogno, per
proseguire la sua opera, del sostegno morale,
spirituale e materiale di tutti noi volontari, sotto la guida della Casa Madre
di Torino.
Con questo spirito affronterò questo periodo di venti
giorni sperando ancora una volta di
fare rientro a casa confuso ed
emozionato ma in fondo felice e soddisfatto e pronto a tornare ancora a
Chaaria.
Dr Luciano Cara
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