martedì 3 maggio 2016

Lettera da un veterano

Eccomi ancora a Chaaria per l’ennesima volta. Il viaggio è stato come sempre  stancante e lungo ma stavolta a renderlo ancora più faticoso  si è aggiunta la  situazione dell’ultimo tratto di strada  per raggiungere Chaaria, completamente distrutto  e pieno di  enormi voragini dovute al prolungarsi delle  piogge incessanti che vi sono in questo periodo. 
La bravura del nostro driver, Joseph, ci ha comunque condotto agevolmente ed in sicurezza  a destinazione.
Oramai, dopo esservi stato numerose volte, mi posso  anche considerare un veterano ma, nonostante ciò, ogni volta Chaaria riesce ancora a stupirmi e confondermi lasciandomi, al rientro in Italia,  un senso   perdurante di malinconia ed un forte desiderio  di tornare presto lì a svolgere il mio servizio  verso tutte le povere persone  che vi si rivolgono, collaborando con Fr. Beppe, Fr. Giancarlo e tutto lo staff della missione.
Sono arrivato nel primo pomeriggio di venerdì 30 aprile  ed oggi, dopo solamente due giorni, mi sembra già di essere qui  da tanto tempo, ed anzi mi sembra di non essermi mai allontanato da Chaaria che avevo lasciato lo scorso febbraio.


Ho ancora viva l’emozione  dell’esperienza vissuta all’inizio del 2016. Al mio arrivo, martedì 26 gennaio, Fr. Beppe mi comunicò subito  che, oltre a tutti i pazienti già ricoverati o programmati per interventi di natura ortopedico-traumatologica, chirurgia della mano e chirurgia plastica,  avremmo ricevuto un numero considerevole di pazienti traumatizzati provenienti dall'Ospedale di Meru dove, in quel momento,   non  venivano eseguiti interventi chirurgici traumatologici a causa della assenza di specialisti ortopedici disponibili e per il fatto che  questi poveri pazienti non fossero in grado di pagare i necessari mezzi di sintesi molto costosi.
Pertanto, all'improvviso, ci trovammo con l'ospedale strapieno di pazienti traumatizzati (circa 35), che vennero sistemati  in tutti gli ambienti possibili anche  addirittura in una grande stanza con tanti materassi sul pavimento.
Si trattava di pazienti che presentavano  lesioni ossee complesse sia dal punto di vista del tipo di lesione pluri frammentaria scomposta ma anche perchè la gran parte di essi aveva subito il trauma sulla strada  da circa 1 mese fino anche a 3 mesi ed in un caso addirittura dal mese di agosto 2015.
A quel punto con Fr. Beppe decidemmo di preparare un piano di lavoro programmando quotidianamente  un certo numero di questi interventi che presentavano  la grande difficoltà di essere fratture inveterate, con presenza di deformità in accorciamento e deviazione degli assi a causa della iniziale formazione del callo osseo e della contrattura muscolare.
Giorno dopo giorno  Fratel Beppe, che oramai sta diventando  sempre più  un buon traumatologo, con me che fungevo da assistente, utilizzando tecniche chirurgiche e strumentari attuali (Fissatori Esterni, Chiodi endomidollari bloccati, ecc.),  nell'arco di 15 giorni riuscimmo ad operare tutti i pazienti che avevamo in lista d’attesa.
A ripagarci della grande fatica fu il vedere la felicità  e gli sguardi di gratitudine che ci riservavano i poveri pazienti quando arrivava il loro turno per l’intervento che attendevano da giorni con una immensa  pazienza.
Chaaria è una meravigliosa  realtà  in continua evoluzione e crescita che riesce a dare una sempre  più  eccellente ed incondizionata risposta ed  assistenza  a tutte le persone del circondario ed anche oltre che   si rivolgono alla missione. 
Tutto ciò è possibile  grazie al forte impegno di fratel Giancarlo, efficientissimo e sempre presente nel gestire gli aspetti amministrativi e risolvere i problemi tecnici della missione e di Fratel Beppe che è sempre in prima linea dedicando tutto se stesso, 24 ore al giorno, tutti i giorni, a dare una risposta sanitaria a tutti quelli che si rivolgono quotidianamente alla missione, bisognosi di cure mediche che non trovano da altre parti a causa della loro indigenza economica ed estrema povertà.
Ecco perché Chaaria mi piace, mi coinvolge e mi emoziona. Tutto è magico e straordinariamente  rivolto  ai poveri, ai bisognosi e diseredati ai quali  i diritti più elementari vengono negati e che, solamente a Chaaria trovano delle risposte che seguono in pieno quello che è lo spirito di San Giuseppe Cottolengo che ispira l’azione di fratel Beppe e fratel Giancarlo che con grande abnegazione si dedicano a questa grande opera.
La missione è in continua crescita ed ha bisogno, per proseguire la sua opera, del sostegno  morale, spirituale e materiale di tutti noi volontari, sotto la guida della Casa Madre di Torino.
Con questo spirito affronterò questo periodo di venti giorni   sperando ancora una volta di fare rientro a casa  confuso ed emozionato ma in fondo felice e soddisfatto e pronto a tornare ancora a Chaaria.


Dr Luciano Cara


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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