lunedì 6 giugno 2016

I lavori del nuovo laboratorio analisi

Rispetto alla prima foto che avevo pubblicato prima del mio viaggio in Italia, i lavori sono proceduti in maniera spedita.
Infatti, non solo gli scavi sono finiti, ma anche le fondamenta sono quasi ultimate.
E' questo il secondo grande cantiere in corso a Chaaria, oltre a quello del concentratore di ossigeno.
Per questo progetto, la nostra sentita riconoscenza va all'Associazione Volontari Missioni Cottolengo di Torino, che già ci ha mandato una buona parte dei fondi, e che si continua a prodigare nel cercare i soldi che ancora mancano per il completamento del progetto.
Anche per questo cantiere, il peso è completamente sulle spalle di Fr Giancarlo, che sinceramente ringrazio per il continuo impegno e per la grande dedizione.
Come già detto in precedenza, la nuova costruzione ospiterà a piano terra gli abulatori del Progetto DREAM della comunità di Sant'Egidio: saranno ambulatori per l'HIV, per la TBC e per la malnutrizione.
Al primo piano invece avremo il nuovo laboratorio analisi centralizzato, sia per l'ospedale che per DREAM: speriamo in un laboratorio efficiente ed attrezzato.
Di cuore ringraziamo i nostri benefattori che si fidano di noi e ci donano con fiducia i fondi che raccolgono.


Da parte nostra, promettiamo la massima onestà nella gestione delle donazioni che la Provvidenza ci manda con generosità.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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