martedì 26 luglio 2016

Sant'Anna

Sempre sei disponibile ai bisogni di tutti gli ammalati.
Sempre ti vediamo scegliere i pazienti più difficili ed abbandonati, quelli terminali e quelli che tutti cerchiamo di evitare.
Sempre hai predilezione per coloro a cui nessuno pensa e che addirittura sono abbandonati dai familiari.
Sempre scegli i servizi meno appariscenti, più umili ed anche ripugnanti.
Sempre ti vediamo sorridente e gentile, non solo con i malati ma con tutti i membri dello staff e con i volontari. 
Sai trasmettere gioia frizzante ed ottimismo dal mattino quando entri in reparto alla sera quando ti ritiri in comunità per la preghiera.
Mai ti abbiamo vista scontrosa, scura in volto o triste.
Mai ti sei dimostrata chiusa nei confronti degli altri, ma sempre pronta ad aiutarli e desiderosa di amicizia.
Mai una volta sei mancata alle lezioni del giovedì, dimostrandoci anche così la tua passione per la professione infermieristica che incarni in maniera davvero cristallina.
Sei un grande dono per Chaaria. L’ospedale è cambiato da quando sei arrivata tu: l’hai reso più bello, più accogliente e più servizievole.
Sei per noi un esempio ed uno stimolo continuo ad essere migliori.
Ringraziamo Dio per il grande dono che sei per tutti noi a Chaaria.



Con noi rendono grazie al Signore tutti i malati che ti vogliono così bene e che sentono la nostalgia di te ogni volta che ti devi assentare anche solo per un giorno.
Buon onomastico, Sr Anna!
Preghiamo per te e ti auguriamo ogni bene e tanta felicità.


Fr Beppe  


1 commento:

Unknown ha detto...

Ho visto suor Anna pochi giorni fa e, venendo via da Chaaria, ho pensato che in questo momento è la suora più contenta che mi è dato di conoscere. Mi ha detto che è contenta della sua Comunità, del servizio che sta facendo e del trovarsi a Chaaria. non ci possono essere condizioni più propizie per dare il meglio di sè. Deo gratias per questa testimonianza più unica che rara!

fr. Giuseppe Visconti


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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