sabato 24 settembre 2016

Più grossa e più facile

Questo assioma chirurgico certamente si applica solo a casi molto selezionati, perchè sovente è vero esattamente il contrario, ma mi rendo conto che si tratta di una affermazione certamente vera almeno in due situazioni.
Mi sono reso conto per esempio che è molto più facile togliere una prostata enorme che aggetta in vescica abbondantemente, piuttosto che fare una prostatectomia in un paziente con ritenzione urinaria e prostata relativamente piccola e sclerotica.
Il prostatone si snocciolerà molto facilmente sotto il tuo dito mentre farai l'escissione per via smussa, mentre la piccola prostata sovente ti fa sudare sette camicie per essere enucleata e spesso devi usare anche le forbici perchè il dito non basta.
L'altra situazione in cui mi pare si possa applicare una regola simile è quella della tiroidectomia.
Un gozzo enorme normalmente fa molta paura, ma sovente è più facile lussare una ghiandola di queste dimensioni rispetto ad una molto più piccola e magari piena di aderenze a causa di precedenti episodi di tiroidite autoimmune. Anche trovare e clampare i peduncoli arteriosi, così come intravvedere ed eviare il nervo laringeo ricorrente paradossalmente pare più facile nei gozzi più grandi... che poi danno altri problemi per carità, ma almeno si enucleano bene.


Questa settimana abbiamo vissuto entrambe le situazioni.
Abbiamo fatto due prostatectomie: un signore del nord aveva una prostata davvero significativa (direi grande come un pompelmo), ma l'estrazione è stata davvero molto semplice anche grazie al fatto che si trattava di un paziente assai magro. Un secondo malato era invece leggermente obeso, con prostata decisamente piccola e ritenzione urinaria: in quest'ultimo caso non sono riuscito a fare l'estrazione con il dito ed ho dovuto usare le forbici.
Per quanto riguarda le tiroidi, ne abbiamo operate sei da lunedì. Oggi abbiamo avuto il caso pù stressante: gozzo enorme, in parte retrosternale, in paziente obesa e con collo molto corto. Con sorpresa di tutti abbiamo velocemente lussato l'enorme ghiandola; le arterie non sono state così difficili da reperire e l'intervento è durato poco più di un'ora.
Sicuramente ci saranno altre situazioni chirurgiche in cui si applica questa regola paradossale, anche se al momento non mi vengono in mente.
Oggi comunque sono molto contento di come è andata quella ansiogena tiroidectomia: la paziente è ora già seduta nel letto e parla...quindi anche il ricorrente è salvo!

Fr Beppe


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Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

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Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

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Fratel Beppe Gaido


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