sabato 29 ottobre 2016

Ricomincia l'avventura...

Alcuni giorni fa scrivevo che la situazione davvero insostenibile era quella della maternità.
Ora che lo sciopero è finito, la situazione in maternità si è decisamente calmata e normalizzata.
I letti sono pieni e così pure le incubatrici, ma non ci sono materassi per terra o mamme che condividono lo stesso letto.
I parti ci sono, ma sono decisamente diminuiti, perchè tutte le maternità governative sono ora aperte.
La situazione di emergenza si è ora spostata nuovamente sul settore ortopedico, che, con l'arrivo del Dr Cara, ha visto la solita partenza in quarta, con sala operatoria attiva da stamattina presto fino alle ore 21 di questa sera (ed oggi è sabato!).
Come da copione, con Luciano opereremo anche domani e cercheremo di sfruttare al massimo le due settimane della sua presenza per servire quanti più pazienti ci sarà possibile.



E' fisicamente molto pesante cominciare la maratona ortopedica subito dopo lo sciopero, ma siamo comunque molto riconoscenti al Dr Cara che si occuperà non solo di fratture ma anche di patologie congenite, di difficile chirurgia della mano e di varie forme di chirurgia plastica (contratture da ustioni, innesti cutanei, lembi, ecc).
Come da tradizione, questa mattina abbiamo accolto Sr Adriana del Cottolengo di Tuuru, la quale normalmente porta a Luciano molti bambini disabili da operare (piedi torti, spasticità muscolari, ginocchia valghe o vare).
Luciano opererà anche la bambina morsa dal serpente e resa disabile da una tremenda deformità di tibia e perone, di cui avevo segnalato il caso sul blog e su facebook qualche tempo fa.
Speriamo davvero che riesca ad aiutare anche lei!
In quastperiodo intenso potremo contare anche sulla presenza regolare (due volte alla settimana) della dottoressa Makandi e del Dr Nyaga, che tanto già mi hanno sostenuto durante le tre settimane dello sciopero.
Chaaria è certamente ormai diventata un importante centro ortopedico e traumatologico di riferimento per moltissima gente. Da tempo operiamo 4 o 5 fratture ogni giorno della settimana: questo lo dobbiamo prima di tutto a Luciano ed all'Associazione di Cagliari che ci hanno formati e ci hanno fornito tutta la strumentazione necessaria; lo dobbiamo anche al Dr Nyaga ed alla Dottoressa Makandi che hanno creduto in noi, che ci mandano i pazienti per la chirurgia e che sovente vengono a lavorare con noi, condividendo le loro conoscenze e la loro esperienza; ultimamente lo dobbiamo anche agli amici americani di "Sign Fracture International" che ci hanno donato un set davvero funzionale per la terapia chirurgica delle fratture di femore, tibia e omero. In un mese dall'inizio del progetto, abbiamo già operato venti pazienti con la nuova tecnica.
Siamo quindi entusiasti, anche se un po' stanchi, all'inizio di questa nuova maratona ortopedica.
Con Luciano abbiamo già avuto modo di parlare (tra un intervento e l'altro) al fine di migliorare ulteriormente lo strumentario ed i mezzi di sintesi, per arrivare a nuove frontiere ed a nuovi aiuti dati
alla popolazione.
Stiamo in questo momento pensando soprattutto alle fratture prossimali del femore (del collo e pertrocanteriche).
Luciano ci ha portato un nuovo trapano, oltre a molto altro materiale di sintesi: due trapani sono ora il minimo necessario...uno in uso ed uno sempre in sterilizzatrice. Questo dono ci permetterà di ridurre molto i tempi morti (dovuti alla sterilizzazione) tra un intervento ortopedico e l'altro.
Lo ringrazio inoltre infinitamente per averci comprato un nuovo gastroscopio: quello in uso ha una fibra ottica fuori uso ed usarlo è diventato molto difficile. Ora ci serviremo del nuovo strumento, e
Luciano porterà il nostro gastroscopio in Italia per riparazione.
Anche l'endoscopia digestiva sta crescendo (ad oggi abbiamo già fatto più di 30 endoscopie in più rispetto a tutto il 2015), e sarebbe stato un peccato dover smettere per motivi tecnici.
Grazie di cuore di tutto.
Come sempre prometto il nostro impegno incondizionato nel servizio e la nostra onestà nell'usare gli strumenti che ci vengono donati.
Fr. Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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