venerdì 28 ottobre 2016

William

Si è presentato a noi con forti dolori addominali.
La pancia pareva abbastanza trattabile e non c'erano chiari segni nè di occlusione meccanica e neppure di peritonismo.
Non andava comunque di corpo da circa 7 giorni e di tanto in tanto vomitava.
I dolori addominali erano colici e così forti che il paziente sudava profondamente quando in preda ad una crisi.
Palpatoriamente sulla pancia si sentiva una massa dura a livello dell'ipocondrio destro. Sembrava una corda colica sul trasverso.
La tentazione sarebbe stata quella di classificare la sua situazione come colon irritabile, ma il dolore era troppo forte per accontentarci di una simile diagnosi di minima.
Ho fatto quindi una ecografia ed in corrispondenza di quella zona dura ho visto una massa che pareva avere due spesse pareti bianche disposte in modo concentrico, qualche contenuto liquido ed una massa tonda centrale: una specie di bersaglio, tanto per capirci.
Mi sono subito reso conto che un'immagine del genere doveva essere colica: non ero però sicuro di quello che si trattasse ed onestamente ho pensato ad un tumore, anche se il paziente era decisamente giovane...non oltre i 35 anni.
Ho deciso di eseguire la laparatomia esplorativa, anche perchè a monte di quella massa le anse intestinali erano dilatate come da occlusione...non c'era quindi molto tempo per un atteggiamento di attesa.


Quello che ho trovato in sala operatoria è stata una grandissima sorpresa: non un tumore del trasverso, ma una lunghissima intussuscezione del tenue la cui testa era arrivata fino al trasverso.
Abbiamo quindi cercato di devaginare questa lunga intussuscezione e c'eravamo qualsi riusciti.
Proprio quando pensavamo di aver ormai finito il lavoro senza conseguenze, il tenue si è lacerato ed abbiamo causato una perforazione intestinale.
L'intussuscezione è assai frequente a Chaaria, soprattutto in età pediatrica.
Quando capita nell'adulto dobbiamo sempre pensare ad una causa endoluminale che ha trascinato il tenue attraverso la valvola ileo-cecale e lo ha trascinato sempre più a valle all'interno del colon.
Mi sono ricordato di quella immagine a bersaglio.
Le due strice concetriche ed iperecogene erano certamente la parete del colon tutta infiammata e quella del tenue in esso invaginato.
Che cos'era però la parte centrale di quell'immagine ecografica?
Mi sono quindi deciso a palpare con cura la parte di ileo che avevamo tirato fuori dal colon, ed ecco che ho trovato quello che avrebbe potuto dare quell'immagine: un'area abbastanza mobile e sferica all'interno del viscere, quasi sicuramente un polipo.
Abbiamo quindi eseguito una resezione intestinale della parte di ileo contenente il polito stesso e la piccola perforazione, ed abbiamo poi ri-anastomizzato.
Alla fine dell'intervento, abbiamo aperto il pezzo anatomico prima di mandarlo per l'istologico; abbiamo confermato che si trattava effettivamente di un polipo e ci sembra si possa trattare di una forma benigna. L'istologico avrà l'ultima parola, ma abbiamo buone speranze.
Meno male che abbiamo palpato accuratamente l'intestino...altriment, se non avesimo tolto il polipo, questo poveretto avrebbe potuto avere una recidiva di invaginazione intestinale dopo poche settimane dall'intervento.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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