lunedì 14 novembre 2016

"Dimostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti dimostrerò l mia fede" (San Giacomo).

E’ questo un pensiero della Bibbia che mi sta aiutando moltissimo in questi ultimi mesi. Spesso mi trovo confuso. Non mi e’ piu’ chiaro come forse lo era in passato in che modo io possa essere testimone di Cristo oggi: sento una certa repulsione per una religiosita’ fatta solo di fedelta’ formale, che spesso rischia di essere di facciata.
Continuo a chiedermi quale sia il vero fulcro della mia fedelta’ a Dio, quel centro inossidabile che non puo’ venire distrutto neppure quando pare che attorno ci sia un po’ di deserto e di incomprensione.
Mi ritornano alla mente le parole di Paolo VI che diceva ormai quarant’anni fa che “il mondo oggi non ha bisogno di predicatori ma di testimoni”.
Certo l’incoerenza fa parte della nostra natura umana, cosi’ debole e corrotta dal peccato, ma credo che ognuno di noi possa arrivare ad una opzione fondamentale per il bene, e che questa possa diventare la forza trainante e la stella polare da seguire per costruire giorno per giorno la fedelta’ alla nostra vocazione.
Da anni mi chiedo in che modo si possa concretizzare questa mia scelta di fondo di coerenza: non che io abbia trovato tutte le risposte, ma mi pare che la risposta sia un po’ nella linea di San Giacomo. 


So che altri possono seguire vie diverse, anche diametralmente opposte alla mia, ma per me oggi la dedizione a chi ha bisogno, la scelta preferenziale per i poveri che hanno il diritto di chiedermi un servizio fino al sacrificio della salute e della vita, sono la mia strada maestra per andare a Dio.
Il dono della vita attraverso la carita’ diventa anche purificazione dalle incoerenze, perche’ la Bibbia ci assicura che “la carita’ copre un gran numero di peccati”.
Non mi sento di fare lunghi discorsi su Dio, ne’ ho la forza di difendermi quando vengo osteggiato: oggi come oggi preferisco il silenzio. Preferisco far vedere la mia fede ed il mio amore al Signore attraverso le opere.
Dio sapra’ parlare al cuore degli altri attraverso una carita’ che non conosce orari. Dio sapra’ anche difendermi quando sara’ necessario.
Ancora nella Bibbia Gesu’ ci chiede di non preoccuparci di cosa dire quando saremo portati davanti ai tribunali, perche’ lo Spirito ci suggerira’ le parole al momento opportuno. E’ Lui il nostro Avvocato… a noi spetta solo di fidarci.
Dedizione totale, finche’ le forze me lo concedono; silenzio ed abbandono al Signore… queste mi sembrano le stelle polari che guidano i miei giorni oggi. Sento che Gesu’ mi accetta cosi’ come sono, perche’ Lui non guarda all’apparenza ma al cuore, e conosce l’impegno quotidiano che ho nel profondo.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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