lunedì 26 dicembre 2016

Il tracollo in ambulatorio

E' successo sia ieri che oggi.
Pensavamo che a Natale e Santo Stefano ci fossero pochi pazienti ambulatoriali che vanno in ospedale.
Abbiamo quindi deciso che avremmo potuto sopravvivere con lo staff ridotto, come di solito accade alla domenica.
Lo abbiamo fatto anche perchè ovviamente sono pochi quelli che sono contenti di lavorare il giorno di Natale e nelle festività.
Già ieri però le nostre previsioni si sono rivelate errate, ed il pomeriggio di Natale è stato davvero impegnativo in ambulatorio: i pazienti erano tanti ed il numero di nuovi ricoveri è stato da capogiro.
Meno male che ieri pomeriggio non ci sono stati cesarei, nonostante i moltissimi parti naturali!
Anche oggi eravamo abbastanza sotto staff, in quanto è festa anche qui: nessun medico con me ad aiutarmi e soltanto un clinical officer presente.
La lista operatoria era abbastanza nutrita, ma speravo che l'ambulatorio fosse clemente...
invece oggi è stata una specie di invasione. Non vedevo così tanti pazienti al lunedì da un bel po' di tempo!


La situazione in ambulatorio si è rivelata tragica soprattutto in pomeriggio.
Per far fronte all'ondata e per non mandare a casa la gente a notte fonda, ho dovuto chiamare Mbabu dalla sala e metterlo a visitare, mentre io facevo da solo la spinale per i cesarei e gli interventi rimanenti.
Ho anche dovuto chiedere ad Angelica di coprire lei il reparto uomini da sola, in modo da poter recuperare un infermiere che ci desse man forte in ambulatorio.
Io stesso, tra un intervento e l'altro, visitavo quanti più pazienti potevo, seppur non fossero necessariamente così gravi da meritare l'attenzione del medico: si trattava infatti di cercare di finire i pazienti almeno prima delle 19.
Più o meno ce l'abbiamo fatta per quell'ora, ed anche oggi abbiamo ricoverato un numero elevatissimo di nuovi pazienti.
Non so quante donne siano state ricoverate in maternità, perchè le infermiere di quel settore agiscono in autonomia...a meno che ci siano problemi. So che negli ultimi 15 minuti tre donne hanno partorito contemporaneamente e che ci sono pazienti in tutti gli angoli ed in tutti i corridoi della maternità.
L'odontoiatria non è stata meno pressata oggi...tecnicamente avrebbe dovuto essere chiusa in quanto giornata festiva, ma il povero Dr Ninni ha finito i suoi pazienti alle 21.
Speriamo che domani la situazione sia un po' più semplice, non perchè ci siano meno pazienti, ma soprattutto perchè dovremmo avere con noi tutti i clinical officers, la dottoressa Makandi e la dottoressa Apophie.
Poco fa ho ricevuto un messaggio in cui un'amica kenyana mi chiedeva: "come stanno andando le festività natalizie?"
Non le ho ancora risposto perchè non so cosa dire.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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