lunedì 20 febbraio 2017

Disonestà

NN era arrivata di notte.
Mi avevano chiamato perchè era pallida e sanguinava tantissimo.
Mi ero alzato, seppur molto stanco, le avevo fatto una revisione della cavità uterina e poi avevo trascorso quasi un'ora a fare gruppo e prove crociate perchè la paziente era molto anemica. L'abbiamo trasfusa e l'indomani la paziente stava bene ed era pronta per la dimissione.
Il marito però, invece di usare i canali soliti, è venuto a trovarla con dei vestiti nascosti dentro un contenitore per alimenti.
In questo modo sono riusciti a fuggire nell'orario di visita, evitando di pagare la piccola contribuzione di spesa che normalmente chiediamo ai pazienti...si sono rubati anche la divisa!!!
Questa sera alle 22.30 abbiamo scoperto un'altra donna che saltava la rete di recinzione per scappare dopo essersi ristabilita da una malaria...anche lei non voleva pagare e semplicemente intendeva sparire ora che aveva ottenuto la guarigione che sperava.
Poco fa mi sono trovato un paziente abbandonato su una barella dai parenti che si sono volatilizzati: ha una frattura e dovrà andare in sala; anche in questo caso l'irresponsabilità della nostra gente ha fatto sì che si continui a giocare questo gioco un po' squallido: ho bisogno; tu, uomo bianco, mi devi servire; io poi non cercherò minimamente di aiutare l'ospedale perchè tutto mi è dovuto.
Lo stesso vale per tutti quelli che abbiamo operato e che non se ne vogliono più andare. Se ne stanno qui per settimane e mesi, sempre asserendo si essere così poveri da non poterci dare neppure uno scellino, finchè ci prendono per esaurimento e noi li dimettiamo per disperazione, senza che paghino niente.


Onestamente è davvero scoraggiante quando per loro spendi notti e giorni, sabati e domeniche, e poi senti che questa è la riconoscenza che ti offrono.
Ma, bisogna fare tutto per il Signore!!!

Fr Beppe


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....