sabato 4 febbraio 2017

Stanchezza infinita

Le giornate non finiscono mai. Si lavora come dei forsennati dal mattino presto alla sera tardi. 
Tutti I dipartimenti sono in crisi permanente in questo sciopero che ora dura da due mesi e pare non volersi concludere. 
Mi pare pero' che il reparto piu' in crisi sia ancora la maternita'. 
Due o tre pazienti per letto sono la norma, ma ora non basta piu' neppure fare questo: le mamme dormono e travagliano su materassi che stendiamo per terra nel corridoio del reparto e sui marciapiedi attorno alla costruzione. 
Sovente possiamo offrire loro solo una sedia per riposare. 
Soprattutto di notte, quando il personale e' ridotto, le infermiere non ce la fanno a star dietro al sovraccarico di lavoro. 
Arrivano al mattino morte di fatica e con la sensazione di non aver aiutato propriamente le pazienti perche' sono troppe e non si riesce a rispondere adeguatamente ai loro bisogni. 
I cesarei poi sono un incubo, di giorno e di notte. 
E' incoraggiante quando comunque riusciamo a salvare il bimbo, magari con una levataccia tremenda alle 2 di notte...e' estremamente frustrante quando arriviamo tardi ed il bambino non ce la fa.


Chaaria e'ormai un lazzaretto manzoniano, e' un pronto soccorso dai ritmi folli... e noi cerchiamo di dare tutto, come sempre...ma accusiamo ora segni di stanchezza.

Fr Beppe


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....