lunedì 5 giugno 2017

Di nuovo!!

Ci e’ giunta voce stamattina, quando ancora l’afflusso dei pazienti sembrava quello di un normale lunedi’ mattina: “da ieri sera a mezzanotte e’ iniziato una sciopero nazionale degli infermieri nelle strutture pubbliche”.
Ci e’ sembrata una notizia sconcertante, dal momento che e’ da poco finito l’infinito sciopero dei medici che tanto disagio ha creato ai pazienti poveri. 
Sono poi passate appena due o tre ore ed abbiamo avvertito pesantemente l’onda di tsunami che ci ha investiti.
Ambulanze da Meru che ci scaricavano pazienti, a volte gravissimi ed in ossigenoterapia; altre che ci lasciavano frotte di bimbi pretermine che non sapevamo proprio dove mettere a motivo del numero limitato delle nostre incubatrici.
La maternita’ da subito al tracollo, con 8 cesarei da aggiungere alla gigantesca lista operatoria di Luciano, iniziata stamane alle 7…e poi parti a raffica. 
Un ambulatorio che sembrava un pozzo senza fine: piu’ passavano le ore e piu’ pazienti visitavamo, piu’ le panche della sala di attesa erano piene. 
Ed e’ anche ovvio che sia cosi’, a pensarci bene: la gente non sapeva ancora dello sciopero; andava nelle strutture governative dove veniva rifiutata; si rimetteva in cammino ed arrivava a Chaaria a pomeriggio inoltrato.


Ci prepariamo ad un altro tempo durissimo: domani e mercoledi’ mattino ancora avremo liste estenuanti per l’ortopedia, nel tentativo di fare piu’ operazioni possibile, prima della partenza di Luciano.
Poi, quando gli amici sardi saranno partiti, sara’ davvero durissima: la dottoressa Makandi e’ in ferie, la volontaria ginecologa non puo’ venire per problemi familiari, il Dr Nyaga sara’ via per sei mesi per una nuova specializzazione, ed io cerchero’ di fare quello che posso
per arginare la fiumana di pazienti che gia’ mi aspetto.
Rivedo corridoi pieni di stuoie per terra di notte, al fine di dare un giaciglio a tutti. Immagino nuovamente I marciapiedi attorno ai reparti stipati di pazienti su materassi per terra…e poi le emergenze notturne!!!
Meglio non pensarci tanto e provare a dormire un po’, perche’ da oggi la notte non sara’ piu’ la stessa, fino alla fine dello sciopero.
Quando finira’?
E chi lo sa!
Speriamo che non sia tanto lungo quanto quello dei medici!

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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