mercoledì 20 settembre 2017

Grazie di cuore, San Francisco

Oggi alle 14, 30 abbiamo terminato il primo corso di ortopedia che si e' tenuto a San Francisco. 
E' stato un momento intenso di studio, di apprendimento approfondito, di verifica delle nostre conoscenze, di confronto con colleghi provenienti da ogni parte del mondo. 
Ho apprezzato moltissimo il metodo di insegnamento americano, davvero efficace ed intenso, in parte teorico ed in parte pratico, basato su continue verifiche degli obiettivi raggiunti.

Il corso e' stato disegnato in modo da far crescere velocemente le nostre capacita' cosi' da poter riversare subito sui pazienti quello che abbiamo imparato.
Abbiamo anche avuto una gran parte del corso dedicato alla ricerca, praticamente assente nei Paesi in via di sviluppo. Chaaria e' ora parte di un progetto globale di ricerca sull'osteomielite, e ci impegneremo al massimo.
L'esperienza e' stata anche una occasione per conoscere culture molto diverse, situazioni incredibilmente disparate, persone di ogni continente. 
Eravamo in molti dall'Africa (Nigeria, Etiopia, Ghana, Tanzania, Malawi, Burundi, Kenya, ecc), dall'America (Haiti, USA, molti Paesi Sudamericani), dall'Asia (Myammar, Pakistan, India, Iraq).


Partiamo ora per Washinghton State dove avremo la seconda parte della nostra formazione.
Grazie di cuore ai Professori di San Francisco.

Fr Beppe




Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....