lunedì 27 novembre 2017

Lunedì a Chaaria

E' la giornata piu' impegnativa della settimana.
I pazienti sono tantissimi e pare che si diano l'appuntamento proprio il primo giorno della settimana.
Oggi la situazione e'stata nuovamente critica in maternita', dove una serie di cesarei urgenti ha completamente modificato la lista operatoria della sala piccola.
Anche oggi siamo usciti di sala dopo le 20, ed anche oggi siamo riusciti ad avere solo 10 minuti di pausa pranzo.
La stanchezza e' accumulata da tempo e sovente non basta una notte ben dormita e senza chiamate a ridarti la forza.
Andiamo avanti un po' per inerzia e trasciniamo i piedi, anche se la motivazione ideale e' altissima.
Crediamo fortemente in quello che facciamo e come lo facciamo, ma a volte ci sentiamo davvero sfiniti.
In questo mio sfinimento interiore, reso ancora piu' pesante da una chiamata alle 2 di questa notte, vi voglio lasciare con un quadretto simpatico che oggi mi ha rallegrato molto.
La mamma nella foto sorride perche' estremamente felice di quello che abbiamo fatto per suo figlio di 4 anni. 


Il bimbo aveva una brutta frattura di femore, troppo distale per mettere un chiodo endomidollare.
Abbiamo scelto la trazione per 28 giorni. 
All'inizio e' stata dura gestire quel bambino in trazione...aveva ancora male e non accettava la forzata immobilizzazione a letto. 
Ma i bimbi hanno processi di guarigione estremamente rapidi. Il dolore e' cessato rapidamente, il piccolo paziente ha fatto amicizia con altri in pediatria ed e' rimasto a letto per 4 settimane, ridendo e scherzando con tutti e distribuendo buon umore a piene mani.
Oggi il controllo radiologico ha dimostrato un ottimo allineamento dei monconi di frattura ed un callo osseo forte e ben sviluppato.
Abbiamo dato al piccolo le stampelle, e lui ha ripreso a camminare sotto lo sguardo del fisioterapista.
Che belli questi momenti! 
Sono piccole esperienze di gioia pura e di soddisfazione incredibile...il Dr Lewis Zirkle, fondatore di SIGN, li chiama attimi esilaranti, esperienze di estasi professionale.
Domani il nostro paziente sara' dimesso.
Ci mancheranno le sue risate, ma siamo contenti che possa tornare a casa con la sua felicissima e giovane madre che da un mese ormai e' qui in ospedale con lui.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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