lunedì 4 dicembre 2017

Alice

E' stata con noi piu' di un anno.
Era settembre 2016 quando sua mamma venne portata a Chaaria proveniente da un'altra maternita' dove aveva sviluppato una emorragia post partum.
Avevamo tentato il tutto e per tutto, ma non eravamo riusciti a salvare quella poveretta che e' morta durante le nostre procedure di rianimazione.
Ci siamo quindi trovati con una mamma morta ed una bambina abbandonata, in quanto il papa' e' scomparso subito dopo Il funerale della moglie.
Alice e' sempre stata con noi, ma il papa' non si e' mai fatto vedere in circa 14 mesi.
Lo abbiamo ritrovato tramite le ricerche delle suore di Mukothima, che lo hanno anche convinto a riprendersi la bambina, ormai troppo grande per rimanere nel nostro orfanotrofio, non attrezzato per bimbi che camminano e vanno in giro per I reparti.
Ovviamente il papa' non ha mai pagato niente per questo lungo periodo in cui ci siamo presi cura della sua creatura.
Come vedete dalla foto, nel frattempo si e' risposato e speriamo che questa nuova moglie possa essere una buona mamma per la piccola Alice.


Le suore di Mukothima ci hanno promesso che seguiranno da vicino Alice nella sua nuova famiglia.
Le auguriamo di ritrovare nuovamente suo papa' che si era dato alla macchia ma ora promette di aver messo la testa a posto, e di incontrare una nuova mamma, ugualmente amorosa come lo sarebbe stata la sua mamma vera se ancora fosse viva.
Alice sta bene ed e' pasciuta. Le auguriamo di crescere forte e robusta. Le auguriamo soprattutto di essere amata.

Fr Beppe

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....