martedì 5 dicembre 2017

Colera serpeggiante

Sono mesi che siamo in allerta colera.
Ci sono fololai epidemici qua e la’ nella nazione.
Alcuni mesi fa abbiamo avuto un caso in ospedale che avevamo subito isolato, trattato accuratamente e poi dimesso.
Di quel caso non avevamo poi saputo piu’ nulla dal ministero…ne’ se fosse positivo, ne’ se fosse negativo. La cosa bella e’ che nel suo villaggio non c’erano poi stati altri casi a seguire.
La settimana scorsa abbiamo ricoverato quattro pazienti della stessa famiglia con sintomi simil-colerosi. 
Anch’essi sono stati prontamente isolati e curati, e pure loro sono andati a casa guariti. Nuovamente per loro ci e’ mancata la conferma microbiologica che continua a tardare.
Abbiamo da settimane registrato un notevolissimo incremento di casi di diarrea, sia in ambulatorio che in reparto. Da tempo ho dato indicazione di trattare tutti i casi di diarrea come possibili casi di colera, e di prendere sempre le dovute precauzioni.
Oggi poi c’e’ stata la prima conferma laboratoristica in un paziente che proviene dal circondario: questo e’ per noi il caso indice: ora sappiamo che il vibrione ci gira davvero intorno.


Ho dato indicazioni rilevanti allo staff sia per l’allerta, sia per il piano terapeutico, sia per la protezione personale dal contagio.
Oggi abbiamo ricoverato altri tre pazienti di questa zona con sintomi di colera.
Sono isolati ed in terapia.
Speriamo di mandare a casa guariti anche loro.
Il colera e’ una malattia facilmente curabile con antibiotici di basso costo (doxiciclina ed eritromicina) e con energica reidratazione.
Normalmente i malati muoiono disidratati nelle prime 24-48 ore se non si interviene precocemente con antibiotici e liquidi endovena.
Quando pero’ si e’ in una situazione di possibile epidemia, le cose diventano paradossalmente piu’ facili perche’ al colera ci pensiamo subito, prendiamo le precauzioni e prescriviamo immediatamente la terapia corretta.
Ai volontari che si preparano a venirea Chaaria consiglio di fare il vaccino anticolerico, e magari anche di scegliere la doxiciclina come profilassi antimalarica (la doxi e’ il farmaco di elezione contro il vibrio colerae e quindi si possono prendere due piccioni con una fava).
Ma soprattutto, non abbiate timore. I casi sono sporadici. Noi siamo preparati e l’acqua in missione e’ sempre bollita.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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