mercoledì 6 dicembre 2017

Che soddisfazione i bambini

Operare un bambino di frattura di femore è certamente un’esperienza molto gratificante.
La riduzione in genere è facile, soprattutto in fratture fresche.
Il giorno dopo l’intervento il paziente cammina con le stampelle senza particolare dolore.
Quattro giorni più avanti viene dimesso e può tornare a scuola.
Al controllo post-operatorio a sei settimane non ha male, cammina normalmente, non zoppica.
La ferita chirurgica è perfettamente guarita ed il bambino si può rannicchaire senza problemi, dimostrando che la funzionalità del ginocchio è perfetta. 
La lastra di controllo è in genere molto incoraggiante, dimostrando un sacco di callo osseo neoformato.
Per Chaaria “Sign” è stata una vera rivoluzione anche per le fratture di femore in età pediatrica.
Non più bambini in trazione per 4 settimane in ospedale, ma operati il giorno del ricovero, messi in piedi l’indomani, e dimessi il giorno seguente.
I loro progressi di guarigione poi sono un vero incoraggiamento per noi che ci sbattiamo dal mattino alla sera per loro.
Normalmente a sei mesi di distanza possiamo già togliere il chiodo endomidollare, perchè l’osso è rifatto come se fosse nuovo. Non si vede più nemmeno dove fosse la frattura.

Fr. Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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