lunedì 1 gennaio 2018

Buon anno a tutti

Alla fine di questo anno il mio cuore e' pieno di riconoscenza per le grazie che il Signore ci ha concesso giorno dopo giorno.
In questo momento sento nel cuore un grande bisogno di ringraziare Dio per averci sostenuto in un anno per molti versi difficile e complesso, un anno in cui ci sono stati scioperi che hanno bloccato la sanita' pubblica per oltre 9 mesi e ci hanno massacrati di superlavoro quando tentavamo di essere sempre a disposizione dei malati che non avevano alcun posto a cui rivolgersi.
Ringrazio Dio per essere stato la nostra forza, e per averci guidato a servire un numero di pazienti mai raggiunto in precedenza.
Ringrazio poi tutti i volontari che sono venuti ad aiutarci e che hanno reso il lavoro piu' gestibile ed assai piu' qualificato.
Il 2017 e' stato anche un anno di grandissime spese, in parte legato all'altissimo numero di pazienti non paganti, in parte legati a nuovi strumenti da acquistare o da sostituire. 




Un  grazie speciale va a tutti i donatori che con generosita' hanno raccolto fondi per noi e ci hanno permesso di andare avanti nonostante tutto.
Grazie alle Associazioni di Torino e di Cagliari per l'insostituibile sostegno economico datoci nel nascondimento e nel silenzio.
Grazie a Sign per averci permesso di operare gratuitamente 344 persone con fratture di femore, tibia ed omero.
Grazie alla comunita' di Sant'Egidio per il continuo sostegno e per l'insostituibile collaborazione nell'ambito dell'HIV e della TBC.
Ringrazio tutte le persone che ci hanno voluto bene in questo anno, che hanno pregato per noi, che ci hanno seguito con la lettura del blog e di facebook.
Questa notte aspettero' l'anno nuovo in una veglia di preghiera in parrocchia e preghero' per tutti coloro che ci sono vicini.
Con il cuore auguro a tutti buon anno nuovo, un anno di rinnovato impegno al servizio dei piu' poveri.

Fr. Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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