sabato 3 febbraio 2018

Doris

Di storie come la sua ce ne sono tantissime, ma la scelgo stasera come paradigma di tutte le battaglie non scritte di Chaaria, di tutte le vittorie segrete, dei tanti sforzi portati avanti nel nascondimento.
Doris e’ una bellissima ragazza di 20 anni che nel giugno dello scorso anno era pagata per fare campagna elettorale per una certa candidata ad un particolare posto in politica.
Insieme a molti altri girava nel cassone di un camion ed urlava a tutti il nome della sua esponente politica.
A causa di uno scossone dell’autoveicolo sulle strade sconnesse, Doris era caduta rovinosamente, riportando una tremenda frattura esposta della tibia.
Era stata portata a Chaaria con le ossa della gamba esposte, completamente spappolate, piene di terra e di sporcizia.
Quando l’abbiamo portata in sala la prima volta per la toeletta chirurgica, il chirurgo italiano presente in quel momento mi disse che sarebbe stata da amputazione.
Io avevo invece optato per fissatore esterno e ripetute toilette chirurgiche, insieme a potenti antibiotici che abbiamo continuato per mesi.
Lentamente abbiamo dominato l’infezione, ma rimaneva un’area estesa di osso scoperto.
Abbiamo fatto allora dei lembi muscolo-cutanei con Luciano.


E con nostra sorpresa hanno attecchito tutti.
Dopo piu’ di 7 mesi di fissatore esterno e di continuo ricovero in ospedale, ovviamente non c’era segno di callo osseo, a motivo della prolungata infezione. Abbiamo tolto il fissatore ma ci siamo resi conto che un gesso non avrebbe portato al consolidamento della frattura.
Ci siamo quindi affidati ad un chiodo di Sign che abbiamo ora potuto inserire in quanto l’osso non era piu’ esposto.
Oggi Doris cammina con le stampelle e sara’ presto dimessa.
E’ stata una battaglia durata quasi otto mesi, una battaglia a cui abbiamo collaborato in tanti: lo staff di Chaaria, i donatori di Sign, Luciano Cara e tanti volontari che si sono presi cura di lei sia con il nursing che con le terapie mediche.
Per Doris la battaglia continuera’ a lungo in quanto ha una grave atrofia muscolare ed un piede cadente. Dovra’ fare fisioterapia, ma poco alla volta camminera’ di nuovo e soprattutto avra’ le sue gambe.
Ovviamente quasi otto mesi di ospedale con numerose operazioni significano una cifra esorbitante di soldi che ne’ lei, ne’ la sua famiglia potranno pagare.
La candidata politica poi non e’ stata eletta, ed ovviamente non ha interesse ad aiutarci a pagare le spese delle cure per Doris.
Carissimi volontari e benefattori, e’ per casi come quello di Doris e di tantissimi altri che ancora vi chiediamo di aiutarci economicamente.
Nessuno paghera’ per Doris.
Solo la vostra generosita’ ci permettera’ di coprire l’ingente ammonto di spesa che abbiamo sostenuto.
Ecco dove vanno I soldi che ci date a fondo perduto!
Ma ovviamente, vedere una persona come Doris tornare a casa guarita non e’ una ricompensa sufficiente a farci continuare in queste nostre battaglie quotidiane?
Non sentite che le vostre offerte sono state usate per una causa nobile e giusta?
E di Doris a Chaaria ce ne sono davvero tantissime!!!

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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