venerdì 18 maggio 2018

Grazie ai volontari

Oltre alle 1000 ragioni per cui devo ringraziare I volontari che vengono a Chaaria ad aiutarci, oggi voglio sottolineare coloro che desiderano collaborare alle lezioni che si tengono ogni giovedi'.
La formazione permanente per il personale ospedaliero di Chaaria e' una costante che dura ormai da circa 20 anni.
Quasi sempre sono io a presentare le lezioni.
Per anni mi sono avvalso della preziosa collaborazione della dottoressa Nadia Chiapello, che dall'Italia mi preparava bellissime presentazioni power point, alleggerendomi cosi' la fatica.
Ora Nadia e' un po' impegnata e le lezioni sovente le devo preparare io, oltre che presentarle.
Si tratta di un impegno notevole, sovente portato avanti in ore difficili della sera o della notte.
Avere dei volontari che desiderano aiutarmi anche in questo aspetto, preparando e presentando lezioni per il giovedi', e' davvero un grande dono per me.
Vado a letto prima.
Imparo cose nuove mentre sto seduto tranquillamente come un discente e non ho lo stress di presentare.


Il personale sente voci nuove e metodi diversi di insegnamento.
Umilmente invito quindi anche I volontari che si preparano ad esperienze future di servizio a Chaaria, a considerare questo aspetto che mi aiuterebbe molto.
Chi volesse preparare qualcosa, mi puo' contattare per mail anche prima dell'arrivo a Chaaria, e ci possiamo mettere d'accordo sia per il tema che per la modalita' di presentazione.
Grazie a chi in questi mesi con regolarita' mi ha aiutato con le lezioni, e grazie a tutti coloro che vorranno lanciarsi in questa micro-esperienza accademica a Chaaria.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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