lunedì 18 giugno 2018

Andare a Meru per i raggi

Un grande limite strutturale del nostro ospedale e' certamente la mancanza di radiologia.
Da sempre dobbiamo caricare i pazienti sull'ambulanza e portarli a Meru per le lastre...20 chilometri di strada ancora oggi dissestata e in gran parte non asfaltata.
Negli ultimi anni la crescita esponenziale dell'ortopedia ha incrementato a dismisura il bisogno di esami radiologici.
Ecco quindi che ogni giorno partiamo per Meru con ambulanze piene come uova.
Si tratta in genere di pazienti appena operati per vari tipi di fratture, di cui necessitiamo lastra di controllo. 
Talvolta sono malati plurifratturati ed arrivati in ospedale senza una lastra.
Andare a Meru per i raggi e' quindi un vero e proprio martirio per i nostri poveri pazienti.
Prenderli dal letto e portarli in barella fino all'auto richiede fatica e pazienza al personale, e causa molto dolore al malato, che molto sovente ha le ossa rotte.
In ambulanza poi non possiamo certamente metterli comodamente in barella.
Abbiamo solo due ambulanze e sovente i malati sono dieci o dodici.
Li sistemiamo quindi come possiamo, in parte sulle due barelle disponibili in ogni auto, ed in parte sui sedili.


La strada poi e' un vero calvario per loro: Joseph e Simon devono guidare a passo d'uomo, ed anche cosi' gli scossoni e le buche causano tanto male ai pazienti operati o ancora in attesa di intervento.
Per i nostri autisti si tratta di una situazione snervante, con gente che urla loro di andare ancora piu' piano e con la necessita' di arrivare in tempo utile alla radiologia di Meru.
A Meru si ripete per i pazienti il dolore derivante dalle manovre di scaricamento dall'autovettura.
Poi si tratta di aspettare molte ore, senza cibo e senza bere...la radiologia e' infatti molto affollata.
Quindi in calvario si ripete per affronrare i 20 chilometri di ritorno a Chaaria.
La radiologia e' ormai una necessita' ineluttabile per il nostro ospedale, sia al fine di ridurre le spese (a Meru le lastre costano molto; inoltre dobbiamo sempre pagare autisti ed assistenti, senza considerare il diesel ed il consumo delle auto), e sia soprattutto per limitare il dolore che causiamo ai pazienti al fine di avere una lastra.
Siamo comunque ottimisti che in tempi relativamente brevi questo sogno di lunga data si possa finalmente realizzare.
Gli amici dell'Associazione di Cagliari stanno raccogliendo soldi per acquistare l'apparecchio radiologico, ed abbiamo speranza che donatori generosi ci aiutino anche a costruire i locali della radiologia per Chaaria.
Continuiamo a sognare, ma speriamo che presto la radiologia diventi una realta' anche a Chaaria.

Fr Beppe



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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