martedì 19 giugno 2018

Grazie all'Associazione di Torino

In modo molto sentito desideriamo oggi esprimere il nostro ringraziamento alla Associazione Volontari Missioni Cottolengo di Torino per un'altra boccata di ossigeno e per un nuovo potente aiuto economico appena giuntoci in un momento di particolari ristrettezze  e problemi qui a Chaaria.
Ringraziamo di cuore i generosi benefattori che non ci lasciano mai soli e che continuano a sostenerci nei nostri piccoli e grandi progetti per il bene della povera gente.
Sappiamo di essere nel cuore di tanti.
Ringraziamo chi raccoglie fondi per noi; siamo riconoscenti a chi organizza eventi a nostro favore; siamo convinti di essere debitori alla generosita' di tanti che nell'Associazione lavorano per noi dietro le quinte, per creare reti di conoscenza e di sostegno al nostro operato.
Sappiamo che molti sono i modi di essere volontari: si puo' venire a Chaaria, ma si puo' anche stare in Italia e lavorare per noi al fine di trovare i mezzi con cui la nostra missione puo' andare avanti, oppure facendo formazione ai futuri volontari.
Oggi il nostro grazie va a tutti coloro che in Associazione, sia a Torino che in ogni parte d'Italia, lavorano per noi, con dedizione, con disinteresse ed in assoluta gratuita'.


Molti poveri oggi riceveranno aiuti e cure anche grazie al dono generoso che Rita Oddo, la Presidente dell'Associazione, ci ha inviato, e di cui ringraziamo tutti.
Grazie di cuore per il continuo lavoro che l' Associazione fa per noi.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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