venerdì 17 agosto 2018

Soddisfazioni ortopediche

Sono momenti esilaranti quelli in cui visiti un paziente guarito da una gravissima frattura esposta del femore.
Te lo ricordi in condizioni gravissime, con le ossa fuori, coperto di sangue, terra e detriti.
Rammenti l'intervento tutt'altro che facile e poi l'angoscia del post-operatrorio in cui temevi l'osteomielite.
Poi te lo rivedi davanti alla visita di controllo; entra nello studio camminando e senza usare il bastone. 
La ferita cutanea e' completamente guarita. Lui dice di non avere male quando deambula.
Gli chiedi di rannicchiarsi per vedere se la funzionalita' del ginocchio e' conservata, e rimani sorpreso dalla sua agilita', certo superiore alla tua.
Gli chiedi se ha ripreso a lavorare e se puo' nuovamente pensare alla sua famiglia e guadagnare il pane per i suoi figli, e lui ti risponde che e' tornato nei campi e che puo' mungere la mucca.
Poi ti saluta con un grosso ASANTE (=grazie) e dice che, se non fosse stato per SIGN e per questo ospedale, sarebbe stato certamente un candidato all'amputazione.
Tutto questo vale di piu' di qualunque stipendio.
Sono esperienze di gioia interiore e di immensa soddisfazione umana e spirituale.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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