lunedì 31 dicembre 2018

Buon Anno

Del 2018 che si chiude voglio ricordare solo le cose belle.
Penso a tutti i malati che abbiamo cercato di aiutare, alle persone povere che abbiamo curato senza chiedere loro nulla, ai successi in sala operatoria, alle vite salvate, ai tanti bambini nati anche con il nostro aiuto.
Di questo anno complicato desidero ricordare anche tutti gli sforzi fatti per l'accoglienza: onestamente ho cercato di dare il meglio di me stesso sia ai volontari, che ai confratelli.
Mi sono impegnato con i giovani che hanno bussato alle porte della nostra congregazione e mi sono messo al loro fianco come un fratello maggiore, non certo perfetto, ma sicuramente desideroso di aiutarli e di indicare loro una via possibile per servire il Signore ed i poveri con tutto il cuore e senza riserve.
Molti non hanno capito il mio impegno e mi hanno travisato.
Io so comunque di aver dato il massimo per loro.
Anche per i volontari non mi sono risparmiato.
Poi quello che mi sembra di aver raccolto non e' un granche', visto che gia' solo nell'ultima settimana ben due volontari mi hanno detto in faccia che ho un carattere pessimo, che sono duro e intrattabile.


Che strano! Se queste persone che con leggerezza mi hanno detto questo avessero anche solo capito un milionesimo dello sforzo che faccio per essere affabile e buono con gli altri!
Voglio comunque ricordare i volontari che mi hanno voluto bene, che hanno visto il mio servizio, che hanno apprezzato la mia apertura nei loro confronti.
Coloro che non hanno avuto un buon rapporto con me spero mi possano perdonare.
Del 2018 ci sono tante cose da dimenticare: incomprensioni, malintesi, litigi e divisioni.
Spero che il Signore abbia misericordia di me in tutto questo.
Alle porte del 2019 non so cosa sperare: certamente vorrei continuare a servire i poveri ed i malati, vorrei continuare a donarmi agli altri come medico e come religioso.
Ma lascio al Signore di farmi capire come tutto questo si potra' avverare e mantenere.
Chiedo al Signore che sia Lui ad indicarmi il cammino per il nuovo anno.
Un abbraccio a tutti e buon anno.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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