venerdì 15 febbraio 2019

Formazione e prevenzione

Questa mattina ho fatto una breve assenza dall'ospedale tra le 8 e le 9 e mi sono recato alla scuola primaria di Njuthine, a otto chilometri dall'ospedale.
Mi hanno infatti invitato per un'ora di formazione su HIV e malattie sessualmente trasmesse, per i ragazzi della classe sesta, settima e ottava (praticamente prima, seconda e terza media).
Per me non e' stato molto semplice parlare dell'argomento proposto dagli insegnanti a bambini ancora relativamente piccoli, ma ho deciso di essere semplice, incisivo, chiaro e privo di sottintesi...tanti tutti lo sanno che purtroppo molte gravidanze anche qui accadono durante il periodo delle "medie".
Ho usato il Kiswahili, che per me e' come una terza lingua, fluente come l'inglese.
L'uso del Kiswahili ha reso la comunicazione piu' diretta ed incisiva con gli studenti.
I professori sono stati felicissimi del mio intervento, sia perche' non si aspettavano che avrei detto di si', visto il monteore di lavoro in ospedale, e sia perche' hanno visto gli alunni recettivi e molto attenti.


La formazione e la prevenzione sono sempre state attivita' a me molto care, anche se spesso non riesco a dar loro tutto l'impegno che vorrei a causa del carico di lavoro in ospedale.
Oggi comunque sono stato molto contento ed ho promesso di rendermi nuovamente disponibile su altri argomenti di attinenza medica, se gli insegannti lo riterranno utile e necessario.
Dopo l'incontro, per le 9,30 ero gia' in sala ed ho operato fino alle 19.30.

Fr Beppe

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....