sabato 4 maggio 2019

Safarin

E' un povero bambino idrocefalo che gia' varie volte abbiamo ricoverato per un idrocefalo.
Sono di Laisamis, nel Nord del Kenya, e sono poverissimi.
Sono seguiti e sponsorizzati dall'associazione Italiana AMICI DI MARSABIT.
Oggi abbiamo dimesso Safarin che aveva avuto una infezione al drenaggio ventricolo peritoneale da noi inserito tempo fa per controllare l'idocefalia.
Abbiamo sostituito il drenaggio che era infetto, ostruito e non funzionante...ed ora sembra che la situazione sia risolta. Safarin sta relativamente bene, ed il drenaggio funziona.
Certo e' che gestire un drenaggio per idrocefalo in una capanna e nelle condizioni di igiene e poverta' in cui versa la famiglia, non e' certamente un gioco.
Credo che dovremo rivedere il bambino tra qualche mese, per sincerarci che tutto vada bene!
Oggi auguriamo comunque a Safarin di stare bene e di poter sopravvivere e crescere, nonostante la grande sfortuna di essere nato con idrocefalo in una situazione familiare tanto povera.


Ringraziamo di cuore di AMICI DI MARSABIT per il grande aiuto che continuano ad offrire alle popolazioni nomadi di quella parte arida e povera del Kenya.

PS: nella foto sono con la mamma di Safarin, momenti prima della dimissione.

Fr Beppe



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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