domenica 23 giugno 2019

Nuovo Blog...

Sono sentimenti contrastanti di tristezza e di grosso affetto per i lettori quelli che provo in questo momento.

Questo è infatti il post di addio al blog che dal 2007 è stato il mio compagno di viaggio a Chaaria, la mia coperta di Linus, il mio diario.
Nadia è stata il mio "calamaio" (come lei ama definirsi), ma soprattutto la mia fedelissima amica che con fedeltà ha quotidianamente pubblicato i miei post, che negli anni ci hanno permesso di diventare una grande famiglia. 
Non ho parole adeguate per ringraziare Nadia per il grande lavoro portato avanti per me, con me e per Chaaria. Solo Dio la può ricompensare.
Il blog ci ha permesso di condividere gioie e dolori, sogni e delusioni che hanno costellato il cammino del crescente ospedale di Chaaria.
La vita poi riserva sempre delle sorprese. 
Io non mi aspettavo di lasciare Chaaria e quindi non credevo che si sarebbe arrivati ad un ultimo post per questo prezioso blog.
Eppure le cose capitano ed io voglio credere che tutto questo abbia un senso sia per me che per Chaaria.
Si dice sempre che, quando Dio chiude una porta, poi spalanca un portone.
Grazie a tutti i lettori che ci hanno seguiti su questo blog, che rimarrà comunque online, come un primo volume consultabile ancora da tutti.
Dopo questo ultimo post i lettori potranno continuare a leggermi nel nuovo blog che Nadia ha apprestato, con rinnovato impegno e con tanto affetto per me e per tutti i lettori. Sarà il secondo volume.
Il nuovo blog sarà consultabile a http://beppegaido.blogspot.com
Racconterà questa nuova fase della mia vita in cui il Signore mi affida una nuova missione da compiere.
Scriverò ancora quelle storie che vi hanno affascinato e commosso e vi propongo che saranno sempre storie assolutamente vere.
Presto comunicherò anche il nome del nuovo ospedale in cui sarò chiamato ad operare, non appena sarà tutto chiaro anche per me
Continuate a leggermi, a sostenermi ed a pregare per me.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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