mercoledì 9 aprile 2008

Grazie Chaaria

Vivendo, seppur per pochi giorni, con persone che dedicano interamente la propria vita agli altri, ci si rende conto di quanto sia molto spesso meschina la nostra vita, quasi sempre tesa al soddisfacimento di esigenze futili ed inutili, spesa a rincorrere un benessere materiale sempre più insulso, sprecata in assurde contorsioni mentali su accadimenti di nessuna importanza.
Calandosi in una realtà completamente diversa, come quella di Chaaria, vivendola intensamente come ho potuto viverla grazie ai continui e chiarificanti colloqui con te, si riscopre l’essenzialità del vivere, la soddisfazione di portare un pur piccolo contributo ad una situazione d’estremo disagio, la gioia di vedere rifiorire una giovane vita, l’angoscia che ti assale quando non puoi fare nulla ma che riesci a superare (ci ho messo qualche giorno) accettando la continua ruota della vita. Tutto ciò l’ho avuto grazie alla mia esperienza a Chaaria, grazie alla tua umanità, disponibilità ed amicizia, di cui sono fiero e felice. Perciò grazie, grazie a tutti voi, per quello che fate ogni giorno per gli “altri”, che non sono “altri” ma sono nostri fratelli e grazie per quanto riuscite a dare a chi ha la fortuna di conoscervi e di lavorare con voi.
Io sto attraversando un periodo particolarmente difficile della mia vita, in cui s’impongono delle scelte e delle decisioni non facili, ma il periodo trascorso a Chaaria mi ha regalato una serenità interiore che prima non avevo, e che mi stà aiutando molto in questo momento di difficoltà.
Parlando ora di cose più banali e futili, ho ripreso a pieno ritmo il mio lavoro ospedaliero, ma se prima mi annoiava, adesso mi deprime proprio: dopo aver "esercitato", seppure in modo un po' confusionale, a Chaaria, i ritmi asettici dei nostri ospedali mi sembrano stonati e privi di vera partecipazione. Inoltre mi rendo conto che la mia presenza (o assenza) in ospedale non ha (logicamente) nessuna seria ripercussione sull’andamento della routine di sala operatoria, mentre la presenza d’un medico in più vorrebbe dire tanto per te e per l’ospedale di Chaaria.

Riccardo


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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