lunedì 22 settembre 2008

Lettere di Charity e di Lina


LETTERA DI CHARITY
Carissimi amici,
sono Charity e vi scrivo per dirvi grazie. Beppe mi ha detto che l’associazione volontari per Chaaria ha mandato un bel mucchietto di soldi, per coltivare la mia speranza.
Lui si e’ gia’ attivato. Ha contattato mio papa’ che viene domani. Poi organizzeremo il viaggio a Nairobi, per vedere se c’e’ ancora qualcosa che si possa fare per salvarmi la vita.
A dir la verita’ non nutro molte speranze. Sono gia’ molto confusa e disorientata ed ho paura che le metastasi siano gia’ arrivate nel mio cervello.
Oggi Beppe mi ha fatto vedere l’istologico; dice: carcinoma del nasofaringe. Sulla biopsia c’e’ anche scritto che e’ un tumore maligno associato ad un virus che io dovrei essermi presa molti anni fa, un virus dal nome strano (EBV).
Mi sono chiesta perche’ hanno detto che avevo un PNL TUMOUR e Beppe oggi mi ha spiegato che P e’ l’iniziale di Pharinx (faringe); N e’ l’iniziale di naso; L e’ l’iniziale di linfonodo.
Gli ho chiesto che possibilita’ terapeutriche ci sono. Mi ha risposto che si trattera’ di una associazione chemio-radioterapia, e che le mie probabilita’ di essere viva tra 5 anni sono del 50%.
Lo so che e’ una specie di roulette russa. Ho circa una meta’ delle probabilita’ di non farcela, ma ora che ci siete voi devo veramente tentare.
Ancora grazie e che Dio vi benedica.

Charity

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LETTERA DI LINA
Grazie anche da parte mia a tutti coloro che mi sostengono. Sto facendo la radioterapia ormai da oltre una settimana. E’ molto dura e mi stronca. Mi sento la faccia arrostita, ma per adesso vedo ancora qualcosa. Essere stata accolta a Langata per me e’ stato un grandissimo dono della Provvidenza: le Suore, don Giusto, don Emilio, i Seminaristi, i Fratelli studenti fanno a gara per farmi sentire a casa.
Mi portano tutti i giorni con la macchina fino al Kenyatta e poi vengono a prendermi all’ora prefissata. E’ davvero un grande regalo perche’ non so se avrei la forza di viaggiare in matatu. Quando torno dalla seduta non ho piu’ energie, e non riesco neppure a mangiare; pero’ le Suore riescono sempre a preparami qualcosa che posso buttare giu’.
Poi i Sacerdoti vengono a trovarmi e mi portano la Comunione in camera.
Ringrazio Dio e ringrazio tutti voi che siete dono suo.
Preghero’ per voi ogni giorno.

Lina



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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