martedì 16 settembre 2008

TBC a Chaaria


Nel 2008 il nostro laboratorio ha eseguito 544 tests per la ricerca di BAAR (cioe’ il micobatterio della tubercolosi nell’escreato), di cui 144 sono risultati positivi, con una media del 26%.

Altri modi di diagnosi sono stati:
• Lastra del torace per i casi con tosse secca (non possediamo dati sul numero di lastre. Trasportiamo i pazienti a Meru con l’ambulanza).
• Biopsia linfonodale (55 casi eseguiti, di cui 27 positivi per BAAR). Ricerca del bacillo nel pus, nel liquido peritoneale, nel sedimento urinario.
• Grossi problemi diagnostici per le forme extrapolmonari
• La coinfezione TBC/HIV, secondo i dati di Chaaria è del 67%.
• Questo crea qualche problema terapeutico.
• Nevirapina non può esser somministrata con RIFATER, c’e’ una percentuale piu’ alta di ricadute o di inefficacia della terapia.


1. I pazienti in terapia antitubercolare sono stati 89 nel 2008. Il numero e’ molto ridotto rispetto al passato (308 nel 2003).
2. Questo è dovuto al fatto che “il donatore”(Giappone) ha imposto delle regole severissime e ci ha dato un territorio molto ristretto da coprire, in modo da incrementare la aderenza alla DOT.
3. Infatti i dati di drop out (cioe’ di pazienti che non terminano gli 8 mesi del protocollo) sono nettamente migliorati negli ultimi anni. Nel 2003 eravamo stto il 50% di cure rate (cioe’ di pazienti effettivamente guariti). Ora ci avviciniamo al target datoci dai Giapponesi dell’85%.

Al momento abbiamo organizzato la nostra attivita’ nel campo della TBC su un giorno solo alla settimana, anche se poi anche in altri momenti possiamo iniziare la terapia. Il target e’ pero’ quello di dare sempre gli appuntamenti successivi il mercoledi’ quando abbiamo la presenza di uno staff adeguato per assicurare:

• counseling ed educazione sanitaria.
• proposta di test HIV per valutare la possibile coinfezione.
• counseling di rinforzo sulla necessita’ di aderenza al regime terapeutico.
• possibilita’ di fare test CD4 in caso di coinfezione.
• possibilita’ di offrire anche ARV per la cura dell’HIV, se necessario.
• offerta di aiuti alimentari

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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