Non lo so. Rimugino continuamente, e non riesco a venirne fuori, anche se continuo a lavorare. Mi sento un po’ come un automa.
Ad un certo punto mi trovo davanti una persona altissima, nera come il carbone, con due occhi vivaci ed una dentatura meravigliosamente bianca. Mi sembra un giocatore di pallacanestro uscito da qualche film americano.
Subito mi chiama per nome e si comporta come un vecchio amico. “Ma come! Non ti ricordi di me? Abbiamo dormito nello stesso alberghetto a Kampala, quando c’era il congresso sull’AIDS.”
A questo punto mi ricordo di tutto e lo saluto con calore. “Tu devi essere John... che cosa ci fai qui a Chaaria ? Non eri di Kampala?”.
“Sì, vengo direttamente dall’Uganda e sto raccogliendo dei dati. Ho bisogno del tuo aiuto...”
Ho viaggiato in pulman, per quasi due giorni, sia all’andata che al ritorno… ma anche questo viaggio, sebbene estenuante, è stato ricco di esperienze perché mi ha permesso di passare attraverso i villaggi, di vedere come vive la gente, ed anche di stare con loro nei momenti in cui ci fermavamo o per mangiare o per i servizi igienici.
L’Uganda è una nazione molto affascinante, sia dal punto di vista storico ed economico-sociale, sia dal punto di vista geografico.
Ha ottenuto l’indipendenza dall’Inghilterra nel 1962, ma in seguito è caduta in una feroce guerra civile, che ha portato al potere il terribile dittatore IDI AMIN, il quale si è macchiato dei più gravi crimini contro l’umanità (compreso il cannibalismo nei confronti dei propri oppositori politici).
La dittatura di AMIN si è conclusa nel 1980 grazie all’intervento militare della Tanzania, che ha portato al potere l’attuale presidente YOWERI MUSEVENI. Da quella data l’Uganda ha imboccato con serietà il cammino verso la democrazia, ed ha conosciuto un rapido sviluppo sia economico che sociale.
Per esempio, negli anni 80 l’Uganda era al primo posto in Africa come numero di persone affette da HIV. Oggi è la nazione africana che ha ottenuto i migliori successi nella lotta contro la malattia, lavorando molto bene sia sul fronte della prevenzione, sia su quello della diagnosi precoce e della terapia offerta a tutti.
Altro esempio di sviluppo riguarda la lotta contro la malnutrizione ed una campagna di vaccinazione capillare che ha portato all’eradicazione di molte malattie, tra cui la poliomielite.
L’Uganda è oggi una nazione in cui molte multinazionali investono, perché la mano d’opera costa poco e c’è un buon livello di sicurezza sociale.
Economicamente la nazione è povera, con villaggi fatti di capanne di paglia; ci sono comunque città moderne, che assomigliano alle nostre occidentali, con tutti gli sprechi che la società dei consumi insegna anche alle economie emergenti dell’Africa. La cosa che più colpisce in Uganda, come anche in Kenya e Tanzania, è il grandissimo numero di telefonini. La gente magari vive in una capanna, ma non sa rinunciare allo status symbol del telefono in tasca. Anche in Uganda succede di passare per un villaggio e vedere l’immagine maestosa di un ripetitore per rete telefonica ergersi in mezzo a ruderi di fango e paglia.
Geograficamente il Paese non è molto diverso dal Kenya: anch’esso è un altipiano, ma è ancora coperto da estesissime foreste equatoriali quasi completamente vergini. In mezzo alla foresta ci sono ampie radure coltivabili, dove la gente si dedica alla produzione di canna da zucchero, the, caffè e riso. Molte zone sono paludose, e gli animali selvaggi ancora girano liberi: è normale per esempio vedere branchi di scimpanzè o babbuini aggirarsi per i villaggi a rovistare tra i rifiuti.
Ci sono molti laghi, tra cui il grandissimo Lago Vittoria, da dove nasce il Nilo.
“Quanti ricordi caro John. Vedendoti e ricordandomi di quel viaggio, ho fatto un bel tuffo nel passato. Scusa se mi sono distratto per un po’. Ma adesso dimmi: come è la situazione in Uganda? Vieni, ti offro una tazza di caffè, e poi rispondo a tutte le tue domande, sperando di essere utile alla tua ricerca. Spero che i pazienti capiscano e aspettino un po’".
Fr Beppe Gaido
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