Alla sera verso le 19.30, mi sono accorto che la mamma di uno dei bimbi aveva aperto il gocciolatore al massimo pensando di dare più sangue al bambino e di farlo guarire più in fretta…
Mi sono precipitato quando già il bambino era agonizzante: gli erano scoppiati i polmoni e gli usciva sangue dalla bocca e dal naso (noi medici diciamo che aveva avuto un edema polmonare). Mentre lo rianimavo (senza guanti…non c’era tempo) il bimbo mi guardava con una ingente “fame d’aria” e con occhioni spaventati e imploranti; e quando già speravo che se la sarebbe cavata, è spirato tra le mia mani quasi improvvisamente. Sono andato in crisi…volevo scappare senza parlare con la mamma; ma subito mi hanno chiamato perché c’era una donna in travaglio con il battito cardiaco irregolare. L’ho visitata in barella e le ho detto di stare lì; intanto noi avremmo preparato per il cesareo. Non so cosa le sia passato per la testa: ha deciso di andare al gabinetto fuori nei servizi esterni normalmente usati dai pazienti ambulatoriali e situati vicino al cancello. Quando torno non la trovo più; la cerchiamo ovunque…non c’è.
Dopo 15 minuti sento chiamare dal buio del cortile; cerco il guardiano che ha la torcia elettrica; andiamo e ci rendiamo conto che aveva partorito nella toeletta. Il bambino, ancora collegato al cordone, non respirava e la placenta era ancora dentro. Abbiamo preso una carrozzina, io tenevo il bambino per i piedi e lo percuotevo sulla schiena. In sala parto abbiamo tagliato il cordone ombelicale e poi abbiamo iniziato la rianimazione: ossigeno, farmaci, ambu… Dopo 45 minuti il bimbo ha iniziato a respirare da solo e dopo un’ora il primo grido. Intanto Ann aveva sistemato la mamma, che sostanzialmente stava bene. Tra me pensavo: ne ho perso uno, ma ne ho salvato un altro.
Ma non mi fermare perché un’altra donna sta per partorire: questa volta tutto bene, il parto è regolare…nasce un bimbo di 3.500 kg, bianco come me.
Intanto è già mezzanotte e tutto il materiale è ancora da sterilizzare.
Così passano le mie giornate, piene di successi e di terribili sconfitte…un bimbo che muore è un’esperienza bruttissima... ma domani si ricomincia.
Fr Beppe Gaido
Nessun commento:
Posta un commento