giovedì 26 febbraio 2009

Grazie alle infermiere Paola e Alessia

Con il cuore pieno di riconoscenza, salutiamo le due infermiere cuneesi Paola ed Alessia che domattina ripartiranno per Nairobi e quindi per l'Italia. Sono state una presenza preziosissima ed umile. Si sono rese disponibili per qualsiasi tipo di servizio, anche il meno gratificante: le piaghe da decubito erano tutte per loro; i malati paralizzati e gravissimi hanno trovato in loro dei veri angeli custodi. Da mattino a sera hanno imboccato, lavato, portato ai servizi persone in gravi situazioni di bisogno. Anche in sala sono sempre state presenti tutte le volte che si è reso necessario. A Paola e Alessia dico grazie per non aver assunto atteggiamenti da "superdonne"; per aver accettato anche i nostri limiti; per aver compreso che in Africa si viene in punta di piedi, cercando prima di tutto di capire e non di giudicare. Grazie per aver compreso, insieme a me, che per noi è un privilegio essere accolti dalla gente del posto che ci fa uno spazio reale nel loro cuore, nonostante le nostre diversità culturali e di preparazione professionale..."e se anche un solo bicchiere d'acqua dato per amore, non sarà dimenticato", allora la vostra ricompensa sarà davvero grande.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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