giovedì 26 febbraio 2009

Pen Friends

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Sin dal 2007 la scuola elementare di Passatore (CN) ha iniziato un rapporto epistolare con i bambini della CHAARIA PRIMARY SCHOOL. Non è un'idea nuova certamente, ma è comunque molto significativo che dei giovani italiani abbiano voglia di scrivere a dei coetanei nel cuore dell'Africa, per conoscersi meglio, per lanciare dei ponti di fraternità universale, per abbattere sempre di più ogni barriera di colore, razza o nazionalità.
I bimbi di Chaaria sono stati entusiasti di questa iniziativa: scrivere a degli amici in Italia li fa sognare, li porta a pensare che forse un domani potrebbero anche prendere un aereo e vedere quanto sia diverso lo stile di vita in Continenti limitrofi ma insieme così distanti.
Per i giovani italiani è senza dubbio anche una occasione per migliorare la conoscenza della lingua inglese. Grazie, Passatore; sei un paesino non più grande di Chaaria, ma sei brulicante di iniziative: concerti e serate "per noi", tanti volontari che ci vengono ad aiutare, moltissimii amici che ci seguono, ed ora che questa esperienza pionieristica degli scambi epistolari.

Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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