giovedì 26 febbraio 2009

Purtroppo ancora polio

Da anni siamo impegnati in prima linea nella lotta a questa antica malattia. Quotidianamente portiamo avanti un ambulatorio per le vaccinazioni, collaboriamo alle giornate di "mobile clinics anti polio" organizzate dal Ministero della Sanità. Quando però ieri l'OMS ha confermato due nuovi casi di polio in Kenya, ci siamo sentiti un po' tristi: pensavamo di essere ad un passo dalla eradicazione.
La malattia è stata ufficialmente documentata nel Turkana e sembra che sia dovuta a dei ceppi di virus provenienti dal Sud Sudan.
L'ultimo caso di polio era stato diagnosticato in Kenya 20 anni prima.

MA CHE COSA E' LA POLIOMIELITE?

SI TRATTA DI UNA MALATTIA VIRALE DEL SISTEMA NERVOSO CHE SI MANIFESTA CON FEBBRE, CEFALEA E MAL DI GOLA. QUINDI IL VIRUS ATTACCA I NERVI, CAUSANDO DEBOLEZZA MUSCOLARE, PIU' PRONUNCIATA ALLE GAMBE, ED IN SEGUITO DEFORMITA' O PARALISI.
LA MALATTIA SI TRASMETTE PER VIA ORO-FECALE, MA ANCHE CON LA TOSSE E LO STERNUTO IN AMBIENTI SOVRAFFOLLATI.

Ora saranno pianificate iniziative di vaccinazione massiva di tutti i bambini di età inferiore ai 5 anni nel distretto del Turkana, ma anche in Uganda, Sud Sudan e Etiopia. In tutto il Kenya si cercherà di massimizzare l'afflusso dei bambini ai centri di vaccinazione. Naturalmente saremo in prima linea anche in questa nobile impresa.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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