martedì 10 febbraio 2009

Ruolo dell'allattamento nella prevenzione della trasmissione materno infantile dell' hiv


Da molto tempo studi hanno rivelato che circa il 40% delle infezioni HIV per il neonato derivano dal latte materno, che e’ gravato da una altissima concentrazione virale.
Sin dagli inizi della pandemia, in Occidente si e’ posta molta enfasi sull’ abolizione dell’ allattamento al seno, che e’ stato sostituito da vari prodotti in polvere (“formula feeding” in Inglese).
Il latte in polvere e’ sempre stato problematico in Africa, per varie ragioni di ordine sia culturale che prettamente medico.
Dal punto di vista delle tradizioni locali, l’allattamento al seno e’ una parte inalienabile della maternita’, ed e’ molto difficile convincere una donna a rinunciarvi. Inoltre tale pratica e’ cosi’ radicata nella mentalita’ della gente, che ogni mamma che non lo facesse verrebbe sicuramente fatta oggetto di discriminazione e stigmatizzazione (“se non allatta, deve essere per forza positiva”).
Da punto di vista piu’ propriamente medico i latti in polvere portano con se’ altre problematiche. Prima di tutto sono costosi e molte madri non potrebbero permetterselo. Il fattore costo ha poi portato con se’ altre limitazioni: per esempio ci sono casi di grave malnutrizione causati dal fatto che le donne, al fine di risparmiare, danno ai figli delle soluzioni con pochissima polvere, e quindi con valore nutritivo quasi pari a zero. Altro elemento negativo e’ rappresentato dalla necessita’ di bollire l’ acqua in cui diluire queste formulazioni: alcune mamme non sono sufficientemente formate da comprendere l’importanza di tale procedura; altre hanno problemi a volte a reperire il legname necessario alla bollitura. Quando i latti vengono diluiti in acqua contaminata, il bambino rischia di morire non per l’infezione da HIV, ma a causa di gastroenteriti e parassitosi intestinali.
Altri studi OMS hanno dimostrato che l’allattamento misto (cioe’ un po’ di allattamento al seno ed un po’ di cibo alternativo, come frutta o porridge) e’ il piu’ deleterio in quanto provoca micro-emorragie a livello dei villi intestinali e quindi apre nuove porte ai virus contenuti nel latte materno.
Considerate tutte queste problematiche, a Chaaria abbiamo deciso di abbracciare completamente le linee guida nazionali a questo riguardo:
1. ALLATTAMENTO AL SENO ESCLUSIVO PER 6 MESI: cioe’ si raccomanda alle madri di non dare mai alcun altro cibo al piccolo mentre allattato.
2. COMPLETO SVEZZAMENTO E STOP TOTALE ALL’ALLATTAMENTO A SEI MESI.
Sappiamo che questo non e’ il massimo dei protocolli, e non riduce la trasmissione a zero, ma riteniamo che sia quello che potenzialmente crea meno problemi di stigmatizzazione alla madre e meno complicazioni ai neonati.

Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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