Ho saputo dell'ospedale di Chaaria due anni orsono, quando, trovandomi in Kenya come volontaria presso un'altra struttura, sono andata a visitarlo con i miei colleghi. Erano le 5 del pomeriggio: la prima sensazione fu di grande preoccupazione: quella sala d'attesa enorme, con tutte le panche ancora in gran parte occupate dai pazienti che attendevano di essere visitati mi ha dato la sensazione di un lavoro frenetico, incalzante.
Quando quest'anno ho deciso di andare, devo confessare che un po' l'ho fatto perchè mi vergognavo a tirarmi indietro dopo la promessa fatta ai colleghi. La preoccupazione c'era, e forse era anche qualcosa di più.
Ci siamo stati 2 settimane. E' stata un'esperienza bellissima. E' vero, l'attività è continua, i pazienti esterni da visitare prima del buio sono tanti, ma nonostante tutto l' atmosfera è serena, Fratel Beppe è onnipresente, sempre disposto ad ascoltarti, a sorriderti, ad organizzare il tuo lavoro in modo che tu ti senta utile e parte di un meccanismo ben oliato. E' un ospedale che funziona! Una bellisima realtà.
Grazie Beppe, e, come dice Rinaldo, non sperare di liberarci di noi, torneremo presto!!
Marina
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