Carissimi amici e lettori del blog,
oggi sono particolarmente stremato e non riesco a raccontarvi grandi cose di Chaaria, ma non posso andare a letto senza condividere con voi una gioia profonda ed intima: domani non e’ solo il mio onomastico, ma e’ anche il venticinquesimo anniversario della mia professione religiosa.
In pratica domani celebro le mie nozze d’argento: non ci saranno feste o banchetti; chiedo al Signore di vivere questa ricorrenza giubilare nel modo che mi e’ piu’ congeniale: sepolto di pazienti dal mattino alla sera.
Non mi sembra vero che siano passati gia’ cosi’ tanti anni: era il 19 marzo 1984 quando, insieme a Fratel Marco, ho emesso i miei primi voti nella Chiesa grande della Piccola casa di Torino. Era stato il coronamento di un lungo cammino di formazione e preparazione iniziato 3 anni prima. Con titubanza avevo detto di si’ alla chiamata del Signore, pur non sapendo con chiarezza se sarei stato fedele, se avrei resistito a lungo o solo per pochi anni. Certo, nel cuore mi sentivo desideroso di un si’ totale, fino al sacrificio della vita, fino alle estreme conseguenze, e fino al mio ultimo respiro. Ma il futuro certamente mi appariva dinanzi incerto e buio. Avevo 22 anni, e non avrei mai immaginato che poi i superiori mi avrebbero concesso di riprendere gli studi e di diventare medico. Era stato il mio sogno sin dalla terza media, ma avevo ormai deciso di offrire tutto a Dio: psicologicamente ci avevo quasi rinunciato, perche’ l’importante per me e’ donarmi totalmente, con o senza una laurea.
Invece Dio mi voleva medico, ed ha guidato la mia vita facendomi passare per l’Amedeo di Savoia, dove ho conosciuto a fondo il dramma dell’AIDS; poi per l’ospedale Cottolengo dove ho imparato le norme base di una medicina veramente generale che cerca di dare risposte a tutti i problemi dei malati; quindi rapidamente per la Bosnia, dove ho sperimentato direttamente le angoscie della morte e della distruzione.
Ma, il piano di Dio mi voleva in Africa: un giorno mi trovavo all’ospedale Cottolengo di Torino, e sono stato visitato da alcuni preti e suore del Kenya. Mi hanno detto: “ma cosa ci stai a fare qui… con tutti i medici che ci sono! Vieni in Africa e troverai tanto da lavorare”. Al momento il pensiero di partire non poteva essere piu’ lontano. Ma essi, senza dire una parola, hanno iniziato una danza tradizionale; mi sono girati intorno saltellando, con un goffi e ritmici movimenti, e mi hanno assicurato che, dopo quella danza, io ero diventato definitivamente africano… La mia risposta fu un sorriso scettico, ed un “siamo a posto!”.
Poi pero’, a distanza di anni, l’incatesimo ha veramente funzionato; ed eccomi qui, dopo il master di Londra e la sosta semestrale in Tanzania.
Che dire! Mi sembra ieri, ed invece sono passati 25 anni. Con il cuore mi sembra di essere ancora un ventenne, anche se, guardando lo specchio ed i capelli bianchi, mi devo arrendere al fatto che il tempo e’ passato inesorabile.
Ma spero di non essermi sclerotizzato troppo.
Domani sara’ per me una giornata di ringraziamento, per tutti i doni ricevuti in questo quarto di secolo; per la forza che Dio mi ha dato e per i traguardi che mi ha concesso di raggiungere.
Certo, spesso non e’ stato facile, e la tentazione di tornare indietro, di farmi un’altra vita qualche volta ha fatto capolino… ma ringrazio Dio della determinazione a continuare che ogni giorno continua a seminare nel mio cuore.
Mi sento giovane perche’ ho ancora tanti piani non realizzati, tanti sogni incompiuti, e tanto lavoro che ancora vorrei portare a compimento.
Non so cosa chiedere a Dio come dono per il mio giubileo: penso che preghero’ solo per la mia perseveranza fino all’ultimo momento e nonostante tutte le difficolta’.
Dite una preghierina per me domani.
Un abbraccio virtuale
Il vecchio canuto
Fr Beppe
3 commenti:
Un augurio dal profondo del mio cuore, per questo traguardo di vita così importante.
Ti abbraccio.
Nadia
Un traguardo di vita significativo ed importante, auguri di cuore, il prossimi 25 cercheremmo di essere insieme a te
con affetto Rinaldo e Antonella
Auguri, baba, auguri... ho già detto una preghierina per te... e spero che per oggi il tuolavoro sia un po' meno massacrante
ugodoc
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