domenica 12 aprile 2009

Buona Pasqua


Carissimi lettori,

e' passata la mezzanotte del sabato santo, ma non voglio andare a letto senza raggiungervi con un saluto, un abbraccio ed un grazie per la vostra amicizia, per il vostro sostegno, e soprattutto perche' ci leggete costantemente.
Tantissimi auguri di buona Pasqua da parte mia e da parte di tutti noi di Chaaria.
Vi auguriamo la pace del cuore e la serenita' in tutto quello che la vita vi riservera'.
Continuiamo a pensare al terremoto, e a tutte le sofferenze che ha causato ed ancora sta provocando sia in chi ha perso delle persone care, sia in chi ora si trova sfollato e senza nulla.
L'Africa e' soprattutto un luogo del cuore; e' un'attitudine dell'anima che aumenta la sensibilita' e l'attenzione verso chi e' nel bisogno e nel dolore. E' con questo sentimento che ancora ripeto le nostre condoglianze, e la nostra vicinanza alla gente d'Abruzzo. Il nostro blog non e' infatti solo uno strumento per comunicarci cose riguardanti esclusivamente Chaaria o Tachina. E' una grande famiglia virtuale attraverso cui abbiamo stretto legami fortissimi, soprattutto con chi e' maggiormente nel bisogno.
Ancora Buona Pasqua a tutti.
Domani scrivero' meglio. Ora mi si chiudono gli occhi.

Fr Beppe Gaido a nome di tutti noi di Chaaria



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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