giovedì 2 aprile 2009

Lettera da Don Pasquale


Carissima Nadia,
Deo gratias del tuo impegno a diffondere “il bello e il buono” che esiste in questo nostro mondo, amato da Dio, perché è il “grido” concreto del suo amore per noi. Ciascuno di noi è una scintilla dell’Amore e tutti insieme possiamo essere il falò dove possono riscaldarsi tanti cuori.
Messaggera (= angelo) di speranza e di fiducia la tua vocazione di bloggista.
Un abbraccio fraterno.
Don Pasquale

Ti invio queste riflessioni quotidiane fino al giorno di Pasqua. A mano a mano che le prego e le preparo te le invierò. Spero che possano essere di aiuto.


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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