mercoledì 22 aprile 2009

Riflessioni giornaliere dal Diario di Padre Pasquale SSC su alcuni "Detti e Pensieri" di S. Giuseppe Cottolengo, a cura di Lino Piano


Vivere nel momento presente per scoprire i segni di Dio

Numero 147

Modicae fidei, se sapeste con chi aggiusto i miei conti, voi mi direste di dover fare anche più. La Divina Provvidenza che non lascia perire un passerino, penserà a me ed a tutti i miei cari; e quando abbisognino prodigi e miracoli, non mancheranno né i miracoli né i prodigi.



Riflessione

Quando si mette amore in una attività. Essa diventa bella, e il frutto di questa attività è bello. Ma la bellezza più grande è una bellezza semplice, in cui tutto è orientato verso l’incontro delle persone fra di loro e con Dio.
Il modo in cui ci occupiamo del nostro corpo mostra se siamo a nostro agio nel nostro corpo e nel nostro essere. Talvolta dimentichiamo il ruolo delle cose che ci circondano nella crescita e nella liberazione interiore.
Molti di noi hanno imparato che un mondo più giusto si fa a poco a poco, attraverso i gesti di amore nel quotidiano. Non si tratta di fare grandi cose, ma di fare piccole cose con un amore crescente, che attinge nel cuore di Dio.
La Piccola Casa è il luogo dove le piccole cose di ogni giorno vengono vissute con intensità, attenzione e gioia. Vivere umilmente le realtà della salute, dell’amicizia, del lavoro, della preghiera, del divertimento… tutti insieme in un’unica famiglia nell’amore del Padre Provvidente… valiamo più di molti passerini!


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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