Ogni atto di servizio diventi atto di comunione
Numero 153
Ora c’è più niente: ora vi è necessità, dunque la Divina Provvidenza provvederà.
Riflessione
La realtà più importante nella Famiglia della Piccola Casa deve essere la relazione, deve essere l’amore e la crescita nella fiducia reciproca; deve essere la capacità di perdere tempo insieme, ammirare la bellezza e il dono dell’altro per rallegrarsene. Amare è essere contenti della vita, della bellezza dell’altro,prima ancora che fare qualcosa per lui.
Il Santo Cottolengo desiderava che nella Piccola Casa a poco a poco si imparasse che nei gesti di amore e di accoglienza dei poveri, nella tenerezza e nella fermezza, nel cuore a cuore c’è una presenza di Dio e un silenzio. In questo modo, il cuore del povero è sacramento. Per scoprirlo e per viverlo,bisogna sforzarci di vivere alla presenza di Gesù. Tra il cuore del povero e il nostro cuore si deve stabilire una vera comunione, che è come un incontro intimo, un dono di Dio: è un momento di grazia.
Il servizio deve essere impregnato di ascolto, di tenerezza, di presenza e di pace.. Questi momenti di comunione si trasformano così in preghiera e comunione con Gesù, che diventa egli stesso l’anello di congiunzione dei nostri cuori.
Questa relazione è impegnativa, ma ci insegna a non chiuderci in noi stessi. Ci chiama a superare il nostro egoismo, per vivere un amore sempre più autentico.
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