venerdì 24 aprile 2009

Workshop terminato

Abbiamo concluso l’ultima operazione ed abbiamo ricevuto le ultime spiegazioni dal nostro tutor. Mi e’ stato anche consegnato il certificato di partecipazione a questo periodo intenso di formazione sulla fistula vescico e retto-vaginale.
Le donne operate sono state 16. L’intervento e’ molto difficile e richiede non meno di due ore e mezza a paziente. Non so se saro’ in grado di farlo. Magari iniziero’ con i casi piu’ semplici.
Nove delle malate erano state mandate qui da altre organizzazioni umanitarie. Medecin sans Frontiere per esempio, ha inviato le pazienti con l’aereo, in quanto i loro ospedali sono lontanissimi e le strade molto difficili. Verranno a prenderle lunedi’ ancora con il loro velivolo.
Ora sono pronto a ritornare a Chaaria e sono rimotivato a fare ancora di piu’ per i nostri malati. Sono carico di lettere da parte dello staff di Mapourdit in quanto qui non c’e’ nessun servizio postale e mi chiedono di spedire per loro dal Kenya.

Fr Beppe


SALA OPERATORIA DI MAPOURDIT CON ME VEDETE IL DOTT TOM, IN PRIMO PIANO, ED IL DOTT FRATEL ROSARIO, DIRETTORE DELL'OSPEDALE COMBONIANO CHE CI HA OSPITATI.


FrBeppeTomFratelRosario.JPG


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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