giovedì 25 giugno 2009

Chaaria news

1) Continua l’epidemia di gastroenterite pediatrica che sta riempiendo il nostro reparto. Fortunatamente non sono forme molto gravi e non abbiamo una mortalita’ infantile in aumento statisticamente significativo. Lo stato di allerta rimane comunque alto, dal momento che il colera continua a mietere vittime qua e la’.
2) In aumento anche i casi di tubercolosi, che non sempre riusciamo a trattare come pazienti ambulatoriali. I malati in condizioni piu’ critiche sono quasi sempre uomini Abbiamo al momento trasformato la room 23 in isolamento maschile per TBC.
3) La nostra maternità e’ sempre pienissima, ed anche la attivita’ chirurgica ad essa correlata e’ decisamente in aumento. Un esempio di cio’ ci e’ dato dal numero di cesarei: paragonando il periodo tra gennaio e maggio abbiamo riscontrato che nel 2008 gli interventi sono stati 169, mentre nel 2009 sono stati 201. Con la pubblicazione di questi numeri intendo anche ringraziare Kanyua e Jesse per la puntuale e preziosa collaborazione.
4) Fr Giuseppe Meneghini, nostro Superiore, inizia in data odierna la sua visita alle nostra presenze in Kenya: oggi e’ a Nairobi con fr Giancarlo ed i giovanissimi. Lo aspettiamo a Chaaria domani sera.
5) Ieri abbiamo eseguito la nostra quarta autopsia di quest’anno. Non e’ una pratica a cui ci dedichiamo spesso: sono normalmente casi di polizia, ed il post mortem e’ eseguito da un medico di fiducia delle forze dell’ordine. Noi offriamo la nostra collaborazione tecnica, oltre che ai locali della sala settoria.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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