domenica 14 giugno 2009

Non fiori ma opere di bene

Oggi noi tutti di Chaaria desideriamo esprimere la nostra riconoscenza alla signora Giuseppina Chiavazza che, in occasione del funerale del suo amato marito Bartolomeo, non ha voluto che i soldi venissero impiegati per corone o mazzi di fiori, destinati ad appassire dopo pochi giorni.
Microscopio.jpgHa deciso invece di onorare la memoria del coniuge con una sostanziosa offerta di denaro per l’ospedale, lasciandoci liberi di scegliere in quale modo utilizzarla, per il bene dei poveri da noi serviti.
Ecco nella foto come abbiamo pensato di onorare la memoria di Bartolomeo Chiavazza: un potente microscopio Olympus che viene a sostiture quello vecchio, dopo circa dieci anni di onorevole servizio.
Questo strumento servira’ per la diagnosi della malaria, di tanti parassiti intestinali e urinari, per la ricerca dei bacilli della tubercolosi, per l’esame della meningite e tante altre malattie ancora.
Crediamo che questo dono sia un bel suffragio per il defunto, uno squisito atto di carita’ certamente gradito a Dio, ed un grande regalo per noi e per le persone da noi assistite.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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