domenica 19 luglio 2009

Ritornare

La notte sta calando, mi trovo sotto la piñata di cocco e guardo questo meraviglioso cielo trapunto di lucenti stelle, mi pare di essere avvolta in un velo da sposa. Penso al mio ritorno, qui a Chaaria. Dopo tre immersioni tra le nuvole, che per ragioni tecniche hanno prolungato questo viaggio e con relative disguidi, finalmente in tarda serata giungo alla missione.

Rossella.jpgCome sempre l`accoglienza di Fr. Beppe e di tutto lo staff e` calorosa ad affettuosa, mi pare di essere tornata a casa e di non essermi assentata per diverso tempo. Quando scendo dalla gip, subito respiro l`aria con quei particolari profumi, poi guardo il cielo e scorgo la croce del sud e mille mille stelle.

Arriva anche la malinconia, pensando quando con il mio sposo, che ora è in Paradiso, sono approdata in questo angolo sperduto della terra che irradia amore.

Al mattino la prima visita e` stata dai buoni figli, li ho salutati tutti uno ad uno, mi hanno riconosciuto, teso la mano (chi può) e salutata affettuosamente.

Loro: i semplici, i veri. Una magnifica “collana di perle.”

E poi, i bimbi: quattro bellissime creature che rispecchiano l`infinita fantasia di Dio, una tenerezza che mi commuove.

E poi, l` ospedale: povera umanità sofferente! Senza risposta i miei ‘perche` ?.....

Nel periodo in cui starò a Chaaria, mi sentirò sempre l`ultima ruota di questo carro che provero` anch`io a tirare un po`. Un carro che corre sempre e che raramente rallenta. Trasporta l`amore di coloro che, malgrado le imperfezioni umane che ognuno di noi porta nel proprio bagaglio, sono “i grandi della terra”. Tutti quei missionari, che come Fr. Beppe, offrono il loro sapere, la loro cultura, le loro molte capacita`, la loro vita agli ultimi, ai piu` poveri dei poveri, come insegna il Vangelo e l`esempio di San Giuseppe Cottolengo.

Mentre raduno i miei pensieri, rivolgo ancora lo sguardo al cielo e, tra le stelle ne cerco una in particolare…….. poi, entro in camera, apro la bianca zanzariera, e riposo nuovamente nel “mio letto da regina”.



Rosella




FESTA GRANDE
Oggi una piccola delegazione del Cottolengo Mission Hospital si è recata a Nkubu Hospital per la Messa solenne in onore di San Camillo de Lellis.
Abbiamo voluto esprimere alla comunità camilliana là operante la nostra amicizia e la totale sintonia di intenti.
Il Cottolengo e San Camillo sono molto simili nella loro spiritualità: ci insegnano a prenderci cura dei malati fino al sacrificio della nostra vita, e a fare del nostro lavoro un atto di carità in cui serviamo Cristo stesso nella persona di chi sta male.
Oggi San Camillo ci ha ripetuto che dobbiamo sempre "mettere più cuore nelle nostre mani" se vogliamo essere fedeli alla nostra vocazione... e noi lo vogliamo ascoltare, rendendoci sempre più disponibili ad una carità piena di tenerezza ed attenzione per i malati
E' stata una bella celebrazione, coronata da danze tradizionali e pranzo servito a tutti i partecipanti.
La Messa è stata celebrata dal Vescovo emerito di Meru, Mons Silas Njiru.

Fr Beppe


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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