giovedì 13 agosto 2009

Chaaria accademica

Anche in Kenya dal 2008 è necessario raccogliere 40 punti ECM per poter essere iscritti all'ordine l'anno successivo. La Kenya Medical Association (Ordine dei Medici) del distretto di Meru organizza una conferenza ogni 15 giorni da cui otteniamo due punti. La lezione si tiene a Meru dalle 18.30 alle 20.30.
Ieri, per la prima volta, sono stato invitato come relatore dell'incontro di formazione permanente. Mi era stato chiesto di preparare lo scompenso cardiaco.
Ero molto preoccupato... dovete sapere che sono l'unico bianco che partecipa ai corsi, ed avevo paura che i colleghi mi avrebbero fatto domende tranello per farmi inciampare.
Convegno.jpgHo invece parlato per due ore, con un uditorio attento e partecipe. Ho mostrato loro 69 diapositive preparate con l'apporto sostanziale della volontaria Nadia Chiapello, mia amica carissima oltre che ottima pediatra.
E' andato tutto benissimo. E' stato un momento di scienza, in cui ho saputo presentare le ultime novità in campo terapeutico, grazie allla bravura della dottoressa Chiapello nel navigare internet e raccogliere per me i dati più significativi.
Parlavo sciolto e senza paura. Davanti a me avevo anche le personalità più importanti del mondo sanitario della nostra regione. Molti primari sono venuti a complimentarsi con me per la lezione magistrale.
E' stato emozionante, ed è stato un momento di giusto orgoglio per il Cottolengo Mission Hospital.
Devo ringraziare anche il dott Ogembo che mi ha sostituito in quelle ore... infatti mentre io parlavo, lui era in sala a lottare per salvare la vita ad una donna con una gravidanza ectopica.



Fr Beppe

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....