venerdì 14 agosto 2009

Siamo nuovamente da capo

E’ una cosa che capita di tanto in tanto, per cui dovrei esserci abituato. Pero’ tutte le volte provo dolore ed ansia, e mi sembra impossibile che mi debba capitare cosi’ spesso.

Ancora una volta sono stato vittima di accuse veramente disdicevoli: aver ucciso un bambino.

E’ un fatto veramente increscioso, perche’ io a mala pena mi ricordo di quella piccolina. Dalla cartella che oggi ho ripreso in mano dopo la notizia delle accuse, mi rendo conto che e’ arrivata gravissima ed e’ spirata pochi minuti dopo il ricovero per una anemia severa per la quale non siamo arrivati in tempo.

Quello che non sapevo e’ che i genitori non andavano d’accordo e gia’ avevano un caso in corte. Ora con mia sorpresa, il corpo della piccola e’ stato richiesto dalle autorita’, per una autopsia. Uno dei genitori accusa il partner di avermi corrotto al fine di indurmi ad avvelenare la piccola creatura. La cosa strana e’ che io non sono neppure il sanitario che l’ ha ricoverata. In quel momento ero in sala per un cesareo, per cui non ho assistito al trapasso del bimbo.

Sono onestamente un po’ turbato, anche se sono convinto che il Signore mi proteggera’ e la verita’ saltera’ fuori. Ora la salma ha lasciato il nostro obitorio, ed io mi sento un po’ svuotato. Tutti gli altri membri dello staff mi dicono di non preoccuparmi, perche’ si tratta di un problema tra coniugi, in cui io non c’entro niente.

Non posso pero’ negare che faccio fatica ad accettare una illazione del genere. Noi siamo qui a totale disposizione della vita, di giorno e di notte. Pensare che qualcuno abbia anche solo insinuato che io possa sopprimere un bimbo per motivi pecuniari, mi provoca un grande sconforto.

Mi abbandono alla preghiera e lascio che Dio mi protegga anche questa volta. Penso alle beatitudini evangeliche, soprattutto la’ dove Gesu’ dice: “Beati voi quando, mentendo, diranno ogni sorta di male nei vostri confronti. Rallegratevi e gioite, perche’ grande e’ la vostra ricompensa nei cieli”.



Fr Beppe



Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....