Priscilla e’ una delle persone sfortunate, che si beccano il diabete giovanile in Africa. Questa malattia non puo’ essere curata con antidiabetici orali, ma necessita di insulina... ed onestamente e’ assai difficile da controllare.
I pazienti poi quasi mai sono fedeli alla terapia: il problema principale e’ il prezzo dell’insulina... proibitivo per la maggioranza dei nostri clienti. A questo si deve aggiungere il costo delle siringhe: anche insegnando loro a bolllirle piu’ volte, la plastica si rovina in fretta, le tacche con le unita’ divengono rapidamente illeggibili, e lo stantuffo si blocca o perde la tenuta stagna. Cio’ fa si’ che ogni settimana essi debbano comprare una siringa nuova.
E poi l’insulina ha bisogno del freddo per la conservazione... ma qui nessuno ha il frigo! Per questo insegnamo ai malati a comprare una pentola di latta con un coperchio il piu’ possibile ermetico; diamo loro l’indicazione di riempirla di acqua fredda e di seppellirla nel pavimento di terra della capanna o della cucina, in modo che sia riparata dal sole. In questo modo il suolo riesce a mantenere la temperatura di quell’acqua abbastanza bassa. Poi diciamo loro di tenere la bottiglia dell’insulina a bagnomaria in questo frigorifero rudimentale. Capite quanto sia disagevole! E poi chissa’ se quella medicina funziona ancora quando viene conservata in quelle condizioni.
Ma il problema principale sono i soldi: pochi ce la fanno a comprare il prodotto regolarmente, con il risultato che sovente vengono ricoverati in ospedale per coma, o, come nel caso di Priscilla, a causa di un “piede diabetico” terrificante.
Abbiamo cercato a lungo di salvarle l’arto. Ad un certo punto ci abbiamo quasi creduto, quando i valori glicemici sono scesi a livello di un buon controllo. Ma poi ci siamo resi conto che quel piede peggiorava sempre di piu’: e’ diventato necrotico; si e’ riempito di vermi; ha intaccato l’osso... e la necrosi ha preso a salire, raggiungendo quasi il ginocchio.
Priscilla e’ diventata anemica e l’abbiamo dovuta trasfondere. Pero’, pur vedendo le sue condizioni peggiorare giorno dopo giorno, la giovane donna ha sempre rifiutato l’amputazione, anche quando le dicevo che una setticemia avrebbe potuto ucciderla.
Lei si guardava la gamba; inorridiva alla vista delle larve che si muovevano in quella massa informe ed anestetizzata che aveva sostituito il suo piede, ma le sue convinzioni religiose le impedivano di accettare la mutilazione di una parte del suo corpo.
Da ieri era diventata soporosa, ma inaspettatamente, in un momento di lucidita’, mi ha detto di si’ quando per l’ennesima volta le ho prospettato l’inevitabile e le ho anche promesso che le avrei fatto confezionare una protesi presso le suore di Naromoro.
Oggi siamo entrati in sala con il cuore in gola. La glicemia era alta, nonostante l’insulina... forse a causa dell’infezione. L’emoglobina era di 6, nonostante una trasfusione durante la notte scorsa. Ma tutto e’ andato bene: un’ora e mezza di operazione, senza grossi sanguinamenti. Certo, non e’ un bell’intervento, e ci si sente un po’ dei macellai, soprattutto quando si prende in mano la sega, e si seziona il femore alla maniera dei boscaioli... ma il fetore insopportabile e’ cessato immediatamente dopo l’asportazione della parte necrotica.
Abbiamo suturato con calma, ed il moncone e’ venuto bene, con dei bei cuscinetti muscolari e senza tensione della cute.
Priscilla e’ serena. Ora e’ felice della decisione presa. Per la prima volta e’ nella stanza con le altre, e non si deve vergognare del tanfo che proviene da sotto le sue coperte. Mi ha sorriso anche poco fa, e mi ha ricordato che le ho promesso la protesi.
Fr Beppe
IL PIEDE DIABETICO
E’ una complicazione severa del diabete mellito, ed e’ causata in parte dalla neuropatia ed in parte dalla ischemia: il paziente ha cioe’ una ridotta perfusione agli arti inferiori dovuta al danno vascolare da diabete, ed ha anche una perdita delle sensazioni dolorose a causa della compromissione dei nervi periferici.
Quando questi malati si feriscono il piede, magari camminando scalzi, la mancanza di sensibilita’ ritardera’ la diagnosi e la ricerca di terapia. Di conseguenza si possono avere ulcerazioni molto estese e profonde, che spesso intaccano l’osso (osteomielite). L’osteomielite e’ in genere la causa dell’amputazione.
La mortalita’ da piede diabetico e’ maggiore nei pazienti piu’ anziani; in quelli che si presentano troppo tardi in ospedale; in coloro che sono stati diabetici per molti anni ed in quelli la cui gicemia e’ stata spesso fuori controllo.
Fr Beppe
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